AGI - I primi 100 giorni di Roberto Gualtieri alla guida del Campidoglio sono trascorsi tra un'operazione di pulizia straordinaria per fronteggiare l'emergenza rifiuti, le nomine di staff e la programmazione dei fondi del Pnrr.
Gualtieri lavora sottotraccia: poche dichiarazioni, un uso moderato dei social, dialogo e apertura con le opposizioni, nel tentativo di 'normalizzare' la dialettica politica a Palazzo Senatorio dopo la consiliatura a guida M5s, caratterizzata da polemiche e un pressione mediatica costante sul Campidoglio.
I cittadini chiedono servizi di qualità: un trasporto pubblico efficace, quartieri puliti e funzionali. Ovvero quello che a Roma manca, soprattutto nelle periferie più difficili. Negli ultimi 10 anni i romani hanno dato fiducia a tutte le formule politiche - dal centrodestra, al centrosinistra fino ai 5 stelle - senza che le aspettative venissero soddisfatte.
Così, alle elezioni di ottobre, il Pd è tornato al governo nel contesto di una tornata con il 60% di astensione. Il primo atto del sindaco è stato un programma di pulizia straordinaria, durato 70 giorni, accompagnato dalla ricerca di sbocchi aggiuntivi per lo smaltimento, ne sono stati individuati a Mantova ed in Toscana.
Una soluzione ponte in attesa di lavorare alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento, necessari per chiudere il ciclo dei rifiuti cittadino, non autosufficiente e per questo soggetto a frequenti crisi di raccolta e smaltimento.
Il piano, data la carenza di impianti, ha avuto il merito di frenare l'emergenza, soprattutto nelle zone più centrali, ma non ha risolto ovunque la questione. Lo stesso Gualtieri ripete spesso che "la situazione è migliorata ma la raccolta non è ancora al top come dovrebbe essere". In questa fase il sindaco lavora soprattutto per reperire risorse aggiuntive rispetto a quelle del bilancio comunale, che consente investimenti limitati. Il dialogo con il governo è costante e il rapporto con il premier Mario Draghi solido.
L'obiettivo sono i fondi Pnrr, da usare per mobilità, rifiuti, digitalizzazione e servizi. Ma alcuni dei primi bandi del Next Generation UE hanno trovato in disaccordo il sindaco - così come altri primi cittadini delle grandi città - per le modalità di ripartizione dei fondi che non tengono conto del criterio della popolazione nella distribuzione dei finanziamenti. Altre risorse arriveranno dal Giubileo del 2025. Il governo ha già stanziato oltre 1 miliardo di euro per l'evento.
L'Anno Santo straordinario avviato a fine del 2015 non ha attratto folle di pellegrini e turisti, ma il prossimo, che Papa Francesco intende dedicare agli ultimi, potrebbe essere un'opportunità per costruire alcune infrastrutture di trasporto attese da tempo. Su tutte il tram Termini-Vaticano-Aurelio, opera pensata per il Giubileo del 2000 per snellire la mobilità in centro storico. Il tempo stringe e le risorse vanno avviate a progettazione in breve per non rischiare di perdere ancora una volta l'occasione di un evento per migliorare la città.
Un terzo obiettivo di lungo periodo è la candidatura ad Expo 2030. Alla presentazione dei dossier al Bureau International des Expositions si è percepito un gap tecnologico con il dossier di Busan, in Sud Corea, che lavora all'evento da quasi 1 anno, ma il tempo per migliorare c'è, con la pratica affidata nelle mani dell'esperto ambasciatore Giampiero Massolo.
La normalità ritrovata in Campidoglio passa anche per il dialogo con le opposizioni. M5s, Lega ed FdI hanno criticato il piano di pulizia straordinaria così come il promo bilancio di previsione (votato la scorsa settimana), lo stesso ha fatto la lista Calenda, seppur con toni di maggiore apertura. Ma sia i 5 stelle sia la lista Calenda sono avviati a ottenere la guida delle due Commissioni speciali create proprio su Expo e Giubileo, con la prima che dovrebbe andare a Virginia Raggi.
L'ex sindaca ha scelto una posizione defilata, interviene raramente sui temi cittadini mentre non nasconde alcune perplessità sull'attuale corso del M5s.
Capitolo nomine. Gualtieri ha rinnovato velocemente i vertici di Ama, Atac e Zetema. Le partecipate più importanti assieme ad Acea, che però è del Comune al 51% e prevede altre modalità di scelta dei vertici. Qualche critica la hanno attirata le nomine di staff, oltre 80, con le opposizioni che sottolineano come le segreterie e gli assessorati siano stati riempiti di ex eletti o militanti dem o dei partiti del centrosinistra. Nulla di insolito, in una città che prova a ritrovare una normale dialettica politica.