AGI - In Sardegna si potranno ristrutturare e ampliare case, alberghi e strutture ricettive in generale, ma mai contro quanto stabilito dal piano paesaggistico regionale varato sotto la Giunta Soru nel 2006. È quanto stabilito, in sintesi, dalla Corte costituzionale, che ha dichiarato illegittimi, in tutto o in parte, 19 dei 27 articoli del cosiddetto 'nuovo piano casa', impugnati dal governo.
Oltre la metà delle norme della legge 1 del 2021 sul riuso, riqualificazione e recupero del patrimonio edilizio sardo, approvate dalla maggioranza di centrodestra guidata dal presidente sardista Christian Solinas, è stata bocciata dalla Consulta. "La disciplina impugnata si discosta sotto molteplici profili dalle prescrizioni del piano paesaggistico regionale", si legge nella corposa e articolata sentenza.
L'allentamento del sistema di regole per costruire o ristrutturare fabbricati previsto dal nuovo Piano casa è stato disinnescato in tutte le parti in cui si ritiene possa compromettere il paesaggio, soprattutto quello costiero.
Stop a nuove cubature sulle coste
La Consulta, in particolare, ha dichiarato illegittimo l’articolo 5 nella parte in cui consente incrementi volumetrici sulle coste nelle zone urbanistiche B, C, F e G, "al di fuori delle tassative eccezioni indicate dal piano paesaggistico regionale". Dell'articolo si salva la parte che riguarda le maggiori cubature per adeguare le strutture ricettive nella zona A (centri storici), ma solo nei Comuni che hanno approvato un piano particolareggiato adeguato al Ppr. Restano in vigore anche le disposizioni del nuovo piano casa che consentono il recupero sottotetti, seminterrati o l'ampliamento di verande coperte.
No al 'mercato' delle volumetrie
Bocciata dalla Corte costituzionale anche la 'delocalizzazione' di volumetrie ricadenti in alcune zone del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. La Consulta ha accolto le censure del Governo che ha definito le norme in questione una 'fuga' dal piano paesaggistico. Nella sentenza è stato anche ribadito, per le costruzioni nell'agro, che "il lotto minimo richiesto per unità abitativa è pari a tre ettari per gli imprenditori agricoli e le aziende che esercitano attività a carattere intensivo e cinque ettari per l’esercizio di attività a carattere estensivo".
La Corte costituzionale, inoltre, sembra minare alla base la 'logica' della legge regionale 1 del 2021 nel dichiarare illegittimo l'articolo 17 che "proroga alcuni termini della legislazione attuativa" del 'vecchio' piano casa. Proroghe che, secondo i giudici costituzionali, sono in contrasto col "carattere straordinario ed eccezionale della norma" e quindi si configurano come una sorta di 'sanatoria ex post' di alcuni interventi. La legge impugnata - sempre secondo quanto si legge nella sentenza - sarebbe anche in contrasto con il principio di leale collaborazione "in quanto il legislatore regionale avrebbe unilateralmente disposto in materia affidata alla co-pianificazione".
La Regione la spunta contro Soprintendenze
La Consulta ha, invece, dato ragione alla Giunta regionale che aveva ricorso, sollevando il conflitto d'interessi, contro le Soprintendenze di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna, e di Sassari e Nuoro. Gli organi del Mibac avevano espresso pareri negativi su progetti di costruzione e ampliamento, sulla base dell'impugnazione del nuovo piano casa quando, però, ancora la Consulta non si era pronunciata nel merito. "Non spettava allo Stato e, per esso, alle Soprintendenze esprimere pareri sull'applicazione della legge n.1 del 2021, il così detto nuovo piano casa", ha stabilito con un'altra sentenza la Corte Costituzionale.
L'assessore: "Confronto con lo Stato per migliorare il Piano paesaggistico"
"Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale, ma ora bisognerà lavorare per rivedere e migliorare il Piano paesaggistico regionale tramite un confronto con lo Stato". Lo ha detto all'AGI l'assessore regionale degli Enti locali, Quirico Sanna. L'esponente della Giunta ha sottolineato la necessità di una co-pianificazione "nello "spirito di leale collaborazione" assicurando, peraltro, che la Regione "porterà avanti la propria visione". Sanna ha spiegato che i tecnici e i dirigenti dell'assessorato stanno ancore studiando "l'articolata e complessa sentenza della Consulta" e la normativa richiamata nei vari passaggi per valutare le prossime mosse.