AGI - "Una persona che si ricovera per una frattura e si scopre positiva al Covid con il tampone di ingresso si sarebbe comunque ricoverata e non può essere dunque conteggiata nel numero dei posti letto occupati da chi con il virus si è ammalato". Facile a dirsi meno a farsi, perchè "la maggioranza degli ospedali, il 57%, ha grandi difficoltà ad isolare nei reparti i pazienti positivi asintomatici e il 29% non ci riesce affatto, mettendo così nel 50% dei casi a rischio di contagio chi il Covid non ce l'ha, mentre in un altro 50% se ne pregiudica l'assistenza". E' quanto emerge da una ricerca della Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), i camici bianchi che dall'inizio della pandemia hanno preso in carico oltre il 70% dei ricoverati Covid. L'indagine condotta a inizio settimana ha coinvolto 14 Regioni, pari a oltre il 70% della popolazione italiana: Lombardia, Piemonte, Toscana, Calabria, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise e Campania.
"L'isolamento - si rileva nello studio - comporta comunque la perdita di altri posti letto che non possono più essere utilizzati perchè nella stessa stanza non può convivere chi è positivo con chi non lo è. Per non parlare poi delle liste d'attesa, che vanno via via allungandosi per la necessità di procrastinare ricoveri e interventi. Il 64% degli ospedali è stato infatti costretto a rinviare i ricoveri programmati in 'misura rilevante' e il 7% li ha sospesi del tutto, mentre nessuna struttura dichiara di non aver dovuto operare qualche spostamento temporale. Ancora peggio va per i ricoveri elettivi, rinviati in misura rilevante dall'86% dei presidi ospedalieri e sospesi del tutto dal 7%".
Problemi organizzativi e assistenziali che stanno mettendo sotto stress la nostra rete ospedaliera, nonostante la survey riveli che il numero dei ricoverati "con" Covid e non "per" Covid, sia in media pari a circa un 20% del totale dei pazienti positivi, pari a circa 4.000 dei quasi 20mila ricoverati Covid. Meno del 10% sono i letti riservati ai "Covid non Covid" in Piemonte e Abruzzo, circa il 15% in Lombardia, tra il 10 e il 20% in Veneto, Emilia Romagna e Lazio, mentre oscilla tra il 20 e il 30% la quota in Toscana, Calabria, Puglia, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Molise. Regioni, queste ultime, che più di altre potranno avvantaggiarsi dal possibile scorporo dei "Covid non Covid" nel calcolo del tasso di occupazione dei posti letto, che determina i cambi di colore verso maggiori restrizioni.
L'ondata dei ricoveri che ha questa volta investito più l'area medica che non le terapie intensive ha finito per esercitare una "rilevante pressione" anche sui pronto soccorso nel 71% dei casi, che è stata invece "di modesta entità" nel restante 29%, emerge ancora dallo studio di Fadoi. Problemi "di difficile gestione" nel 43% dei casi li stanno creando anche le sempre più numerose assenze di personale contagiato, "ancora gestibili" nel restante 57% dei nosocomi.