AGI - Ymran Yakub Ahmed, 45 anni, condannato in Italia per una frode all'Iva da un miliardo nel 2017, è tra le persone che centinaia di familiari di soldati americani morti in Afghanistan hanno denunciato alla giustizia Usa. L'accusa: essere stato tra i promotori di un'operazione di riciclaggio da decine di miliardi di euro finalizzata a sostenere il terrorismo e gli attacchi contro le truppe Nato in quel Paese avvenuta, secondo i parenti, con la compiacenza di importanti banche europee.
A svelare il contenuto della denuncia in cui viene indicata la figura di Ahmed sono i `Pandora papers´, frutto di un'inchiesta dell'ICIJ, il gruppo di giornalisti di tutto il mondo che nell'ottobre scorso ha diffuso informazioni sull'esistenza di patrimoni nascosti da personaggi influenti nei paradisi fiscali.
La "cellula Ahmed attiva dalla metà degli anni 2000"
Secondo i legali dei parenti dei militari, anche sulla base delle informazioni emerse dall'inchiesta milanese, «dalla metà degli anni 2000 al 2010 la cellula guidata da Ahmed» avrebbe raccolto «oltre un miliardo di euro» nell'ambito di «un'organizzazione che operava in Europa e negli Emirati Arabi Uniti, il cui scopo era quello di generare flussi di denaro per al-Qaeda e i talebani, compresa la sua rete Haqqani (una delle fazioni più violente dei talebani, ndr) attraverso schemi di criminalità finanziaria che coinvolgevano istituzioni finanziarie globali».
L'inchiesta italiana che riguardava Ahmed era emersa nel 2014 e riguardava una gigantesca frode fiscale compiuta attraverso i certificati ambientali, quelli introdotti per ridurre le emissioni di gas serra. Trentotto persone, tra cui Ahmed, erano state indagate e la Guardia di Finanza aveva sequestrato 80 milioni a due presunte associazioni criminali, una anglo-pakistana e una franco-israeliana, che dal 2009 al 2012 avevano `rubato´ all'Italia più di un miliardo di euro di Iva. Soldi poi finiti ai terroristi, è l'ipotesi della denuncia che sarà valutata dalla giustizia americana.
Nel 2017 Ahmed è stato condannato per la sola frode a due anni di carcere, con pena sospesa, dal Tribunale di Milano. Nel procedimento italiano non era stata contemplata l'ipotesi di terrorismo, solo ventilata in una prima fase dell'indagine.
"Era un operativo di al Quaeda"
L'anglo-pakistano era amministratore della società milanese `Sf Energy Trading spa´ e a mettere i pm sulle sue tracce era stata la denuncia di una commercialista di Milano spaventata dall'enormità dei profitti di Ahmed e dall'entità degli importi delle transazioni riferibili a società di comodo intestate a prestanome cinesi o inconsapevoli. Società nate al solo scopo di produrre documentazione contabile fittizia, le `cartiere´ come si dice nel linguaggio delle frodi.
Secondo la documentazione fornita dai querelanti, Ymran Yakub Ahmed, «era un operativo o un agente di al-Qaeda e dei talebani, compresa la sua rete Haqqani» - la fazione più violenta dei talebani - e «ha ricevuto un addestramento specializzato su come operare un sistema di frode all'IVA; usare istituzioni finanziarie globali per convertire gli euro ottenuti attraverso la frode all'IVA in dollari statunitensi; e trasferire i dollari statunitensi risultanti in Afghanistan, Pakistan e negli Emirati Arabi Uniti per sostenere attacchi contro gli americani e il resto della coalizione».
"Ahmed vive nel lusso a Dubai" e respinge le accuse
Per supportare e sostenere le sue attività terroristiche, Al Qaeda è stata in grado di sviluppare «una sofisticata infrastruttura per addestrare i truffatori dell'IVA al fine di creare un nuovo flusso di finanziamento del terrorismo» si legge ancora nella denuncia dei familiari. A questo scopo, «Al Qaeda e i talebani hanno creato dipartimenti di ricerca per identificare le migliori strategie e organizzato campi di addestramento per le frodi IVA» al fine di formare una giovane generazione di terroristi in Afghanistan e Pakistan, che successivamente hanno creato cellule di raccolta fondi in Europa con il preciso scopo di inviare denaro per attaccare e uccidere gli americani in Afghanistan".
Ahmed sarebbe ora residente a Dubai e condurrebbe una vita lussuosa, stando a quanto riportato dal sito del Bureau Investigative Journalism a cui i suoi legali hanno negato il «coinvolgimento nel finanziamento del terrorismo in Afghanistan».