AGI - “Può sembrare incredibile, ma Rt sta precipitando verso 1 ed il picco di infetti attivi in Italia potrebbe arrivare la settimana prossima”. Ad affermarlo in un’intervista a la Repubblica è il fisico esperto di previsioni sulla pandemia Roberto Battiston, docente di Fisica all’Università di Trento e coordinatore nello stesso ateneo dell’Osservatorio epidemiologico, secondo cui “la fiammata di infetti iniziata poco prima di Natale, potrebbe raggiungere il massimo entro una settimana e poi scendere”.
A suo avviso, “i numeri degli ultimi giorni indicano un’inversione di tendenza. Venti giorni fa il bilancio tra nuovi positivi e guariti giornalieri era di +27mila, quindi si è impennato fino a +172mila. Ma poi, al netto delle fluttuazioni quotidiane dovute alla raccolta dei dati, ha iniziato a scendere, oggi è +101mila. Il numero di nuovi infetti sta scendendo in giorni della settimana in cui di solito cresce e oggi è la prima volta che il numero di nuovi infetti negli scorsi sette giorni è minore dello stesso numero calcolato ieri. Insomma, da una parte i nuovi infetti non salgono più in modo esponenziale, raddoppiando ogni pochi giorni, anzi stanno iniziando a decrescere”.
Battiston sottolinea anche che “dall’altra aumentano i guariti: quando questi supereranno i nuovi infetti Rt sarà sotto 1” ma “posso sottolineare che l’analisi dei dati ci mostra l’avvicinarsi del picco degli infetti entro la prossima settimana. È quello che si è visto in Sudafrica e, soprattutto, nel Regno Unito dove la crescita di Omicron è iniziata il 13 dicembre, ma dal 5 gennaio il numero di nuovi infetti ha iniziato a diminuire. Questo effetto si intravede ora in Italia e in Spagna, non ancora in Francia”, conclude il fisico.
Crisanti: "Draghi fa come Johnson"
Per Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia all'Università di Padova e all'Imperial College di Londra, “Draghi vuole fare come Boris Johnson senza dirlo. E i presidenti di Regione tentano di non finire vittima dello scaricabarile dei contagi, dei ricoveri e dei morti per evitare di chiudere e non perdere consensi”, ha detto l'esperto a La Stampa.
“La coda della pandemia sta tirando fuori tutta l'ipocrisia della politica italiana, in cui i problemi si nascondono sotto il tappeto e non si prevengono mai, figurarsi se si affrontano”. Guarda caso, aggiunge, “prima che la variante Omicron sconvolgesse i piani vaccinali, mettendo in luce il ritardo delle terze dosi, nessuno si preoccupava di come venivano conteggiati i positivi”.
E al presidente del Veneto Zaia che dice che vanno contate solo le persone con sintomi, Crisanti replica: “Dimentica il concetto di malattia trasmissibile, per cui chi è infetto può trasmettere. La verità è che le Regioni stanno facendo di tutto pur di non diventare rosse dopo che il governo non ha chiuso per tempo ristoranti e locali di ritrovo. A questo punto lasciar correre è una strategia comprensibile, ma lo si ammetta chiaramente. Invece il governo fa finta di nulla. Almeno Johnson ci mette la faccia mentre fa correre il virus con un prezzo da pagare di 15mila morti pur di arrivare all'immunità di gregge. E ce l'ha quasi fatta”.
E in Italia, valuta il microbiologo, “il prezzo di vite sarà simile. Il Green Pass del resto non è una misura di sanità pubblica, ma solo una spinta alla vaccinazione. Il concetto veicolato anche dal premier che il certificato garantisca ambienti sicuri non è vero. Ed è un argomento a cui si attaccano i vari No vax e No pass”.
E attacca: “Omicron andava fermata subito chiudendo i ristoranti e rimandando le scuole. Ora è troppo tardi e l'unica è aspettare che passi. Anche un lockdown rimanderebbe solo il problema. Meglio arrivare a 300mila contagiati al giorno, far circolare i non vaccinati per contagiarli tutti e puntare all'immunità di gregge” anche se “ma la stabilizzazione di Omicron per cui si insegue l'immunità di gregge è solo una speranza. Non è detto che Delta sparisca, le due varianti potrebbero convivere e restare pericolose”, conclude Crisanti.