AGI - La procura di Milano ha emesso due provvedimenti di fermo a carico di due giovani di 20 e 18 anni, italiani di origine straniera, indagati per le aggressioni a sfondo sessuale commesse in piazza Duomo a Milano la notte di Capodanno. I provvedimenti sono stati eseguiti per il concreto e consistente pericolo di fuga, uno a Milano e l'altro Torino. I due sono accusati di violenza sessuale di gruppo e rapina.
I due giovani di 20 e 18 anni fermati a Milano e Torino per i fatti della notte di Capodanno in piazza Duomo avrebbero commesso "pesanti violenze sessuali quasi complete accompagnate da rapine di cellulari e borsette" ha spiegato il procuratore della Repubblica di Milano facenti funzioni Riccardo Targetti.
Il provvedimento di fermo è scattato dopo "le perquisizioni" eseguite martedì mattina a cui sono seguiti dei" riscontri", tra cui le conferme delle vittime sentite fino alla tarda serata di martedì dagli inquirenti milanesi.
Un 21enne fermato a Torino "ha dimostrato una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso del gruppo di uomini che ha assalito" le due 19enni all'altezza del McDonald's "inserendosi inequivocabilmente quale compartecipe attivo della condotta di violenza sessuale di gruppo" si legge nel decreto di fermo emesso dalla procura di Milano. "L'efferatezza della condotta dimostra la spiccata pericolosità del soggetto, che, se lasciato in libertà, potrebbe compiere altri delitti della stessa indole, anche sfruttando la forza d'intimidazione del violento gruppo di cui fa parte".
Per il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo, "le medesime considerazioni devono essere svolte con riferimento alle condotte poste in essere dal 18enne fermato a Milano e già comparso davanti al gip per l'udienza di convalida. Quest'ultimo è anche indagato per la sua presunta partecipazione all'aggressione a sfondo sessuale al gruppo di quattro amiche toscane, di età compresa tra i 18 e 19 anni, all'ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II.
I due avrebbero avuto dei "contatti all'estero" ed erano in procinto di lasciare l'Italia, per questo i pm hanno emesso il decreto di fermo.
"Era tutto uno schifo"
"Posso dire che tutto intorno era uno schifo, c'erano molti ragazzi e chiunque passasse si prendeva la libertà di mettere le mani addosso" ha messo a verbale una diciannovenne, vittima delle aggressioni "Ho urlato cercando la mia amica (la coetanea con il giubbotto rosso divenuta protagonista di un video virale, ndr.), sono anche salita su un muretto per individuarla ma l'ho persa di vista. Nel mentre sono arrivate le forze dell'ordine con scudi e manganelli". Quando "la massa di aggressori si è dileguata" la mia amica "era lì che cercava di coprirsi con il giubbino stretto sul petto, non aveva più indumenti addosso è stata soccorsa da un operatore delle forze dell'ordine che l'ha aiutata a rialzarsi".
Il caso della violenza a Roma
La notte di Capodanno (del 2020, in questo caso) è stata un incubo anche per una minorenne romana, vittima di violenza durante una festa a Primavalle. I carabinieri della compagnia di Roma Cassia hanno eseguito un'ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal gip di Roma, nei confronti di 3 ragazzi di età compresa tra i 19 e i 21 anni (2 agli arresti domiciliari e 1 sottoposto ad obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con obbligo di dimora in Roma), gravemente indiziati, a vario titolo, di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo aggravata, perché perpetrata nei confronti di una ragazza minore degli anni 18 (in condizione di inferiorità psico-fisica in quanto in forte stato di alterazione psicofisica) all'interno di una privata dimora.
La denuncia
L'indagine, coordinata dalla procura di Roma, è stata avviata a seguito della denuncia formalizzata nella tarda serata del 02 gennaio scorso presso la stazione dei militari di Roma La Storta. La ragazza è stata accompagnata presso l'Ospedale San Pietro di Roma dove le sono state diagnosticate lesioni guaribili in 30 giorni. Dagli accertamenti è emerso inoltre che nel sangue della donna erano presenti tracce di sostanze che lasciano supporre che al momento della violenza si trovasse in condizione di inferiorità psico-fisica. L'indagine dei carabinieri, condotta avvalendosi di intercettazioni telefoniche ed ambientali, unite ad una attività di osservazione a distanza, si è conclusa ad aprile 2021 e ha consentito di identificare compiutamente le persone gravemente indiziate della violenza.