AGI - “Non ci sono evidenze scientifiche che indichino una correlazione tra la pandemia e la rete 5G”.
Lo scrive il gip di Cremona, Pierpaolo Beluzzi, archiviando l’inchiesta nata dalla denuncia presentata nell’aprile del 2020 dall’avvocato Giancarlo Cipolla. Il legale, oltre che ipotizzare un ruolo della “proliferazione di onde elettromagnetiche invasive e in qualche modo nocive per l’ambiente e per l’uomo”, aveva dato ampio risalto nel suo esposto letto dall'AGI alle “decine di studi scientifici, dagli Stati Uniti alla Cina, che suggeriscono una forte correlazione tra Covid 19 e inquinamento dell’aria.
Il possibile ruolo delle polveri sottili
“E’ stato rilevato – osservava l’avvocato – come i livelli di PM10 e PM 25 mostrano una più alta correlazione, rispetto al diossido di azoto, coi parametri legati alla diffusione del Covid in tre aree del nord tra le più colpite dalla pandemia (Milano, Brescia e Bergamo) nel mese di marzo 2020". Tra gli altri viene portato uno studio di Science Advance “che dimostra come sia sufficiente anche un leggero aumento della concentrazione di polveri sottili per aumentare il rischio di mortalità per Covid 19 anche dell’11%”. Sia il pm che il giudice si limitano a rispondere al querelante solo in merito al 5G, tralasciando di ribattere alla parte della denuncia relativa al ‘classico’ inquinamento.
"La comunità scientifica non è unitaria"
“Sebbene gli articoli scientifici – si legge nella richiesta di archiviazione della Procura accolta dal gip – riportino opinioni rese da scienziati in relazione agli studi da loro effettuati, a oggi le medesime non hanno prodotto esiti significativi e tali da essere considerati come causa delle malattie che affliggono la popolazione mondiale e tali da essere considerati come causa delle malattie in esame; inoltre, la comunità scientifica non pare avere raggiunto una unitaria e stabile risoluzione in ordine alla tematica in esame. Il coronavirus – è un altro degli argomenti del pm – è diffuso in tutto il mondo mentre le reti 5G non sono ancora state implementate ovunque”.
Secondo Cipolla invece “la propagazione massiccia di onde elettromagnetiche, unita all’enorme proliferazione di dispositivi commessi e all’inquinamento atmosferico da particolato fine, biossido di zolfo, biossido di azoto, monossido di carbonio, ozono, idrocarburi non metanici, ha indubbiamente provocato l’alterazione delle normali condizioni ambientali, della salubrità, di risorse biologiche ed ecosistemi, compromettendo la salute dei cittadini”.