AGI - Libretti postali svuotati all'anziana defunta e al figlio invalido: nel mirino degli inquirenti è finita la badante. L'indagine della Guardia di finanza di Pordenone è approdata ieri in udienza preliminare, dinanzi al gup Giorgio Cozzarini. Un nipote e il figlio invalido si sono costituiti parte civile con l'avvocato Giulia Volpatti, che ha chiamato in causa come responsabile civile Poste italiane. La notizia è riportata oggi da Il Messaggero Veneto di Udine.
Alla badante Salvina Squizzato, 71 anni, residente a Sacile, difesa dall'avvocato Nisco Bernardi, il pm Andrea Del Missier ha contestato le ipotesi di circonvenzione d'incapace nei confronti dell'anziana e del figlio invalido (ai quali secondo l'accusa sarebbero stati sottratti circa 700 mila euro), autoriciclaggio (per aver trasferito 560 mila euro in attività finanziarie e speculative), distruzione del cadavere dell'anziana (la salma è stata cremata).
Prima di morire la pensionata ha scritto le sue ultime volontà: "Tutti i soldi miei vanno a Sabrina, lei farà il giusto per tutti". Con Sabrina, intendeva la Squizzato. Nei confronti della responsabile dell'ufficio postale di Sacile Paola Orso, 59 anni, di Pasiano, assistita dall'avvocato Paolo Dell'Agnolo, il pm Del Missier ha ipotizzato il favoreggiamento personale e reale, ritenendo che non abbia provveduto a segnalare le operazioni sospette compiute da Squizzato, non adempiendo agli obblighi di vigilanza antiriciclaggio.
È in questo contesto che si inserisce la citazione del presunto responsabile civile da parte dei familiari. Alla prossima udienza le Poste avranno facoltà di costituirsi o meno e di contestare la citazione. "È un processo indiziario che parte da un presupposto non reale, ovvero che l'anziana fosse incapace - ha detto l'avvocato Bernardi al quotidiano di Udine -. Risulta invece che fosse capace anche da dichiarazioni rese a sit. Dal processo emergerà come sono andate effettivamente le cose".
"Le Poste hanno già fatto un'indagine doverosa, lunga e puntuale che ha escluso qualsivoglia responsabilità in capo alla funzionaria Orso - ha sottolineato dal canto suo l'avvocato Dell'Agnolo -. Siamo assolutamente sereni, come si può esserlo quando si subisce un processo penale".