AGI - “È disarmante. I presidi invece di chiedere di non riaprire le scuole in presenza dovrebbero battersi per avere più finanziamenti per gli organici o per gli spazi negli istituti”: Gloria Ghetti professoressa di storia e filosofia al liceo Torricelli-Ballardini di Faenza, co-fondatrice del comitato 'Priorità alla scuola' che insieme a colleghi di tutta Italia, genitori e alunni, combatte da mesi contro la didattica a distanza, conversando con l’AGI, non fa sconti ai dirigenti scolatici (oltre 2.000 su 8.000 in servizio) che in una lettera appello indirizzata al governo chiedono la Dad per 2 settimane in vista del ritorno sui banchi programmato lunedì prossimo.
“La scuola senza studenti è uno spazio morto. La scuola è solo in presenza” scandisce la docente che ai dirigenti scolastici manda un messaggio chiaro: “protestate, battete i pugni contro l’abolizione del metro di distanza oppure per ottenere un canale dedicato per il tracciamento, per avere le mascherine Ffp2 in tutte le scuole”.
E soprattutto “non dite 'chiudiamo la scuola' perché è una rassegnazione, una remissività che non è accettabile e rischia di essere complice con un’idea di scuola che non è quella di cui hanno bisogno i ragazzi”.
La professoressa anti-Dad critica anche il governo ‘colpevole’, a suo dire, di non aver preso tutti i provvedimenti necessari per garantire una riapertura costante delle scuole. “Ci faranno riaprire ma il punto è se ci resteremo. Aprire non basta - puntualizza - bisogna avere le condizioni perché le scuole rimangano in presenza.
Farò di tutto per far si che gli studenti non siano costretti a seguire le lezioni da casa. Per loro la Dad è stata devastante”.
La battaglia della ‘pasionaria’ no Dad è in corso da tempo. Fu la prima, infatti (poi fu seguita da altri colleghi) che in piena pandemia (e con le vaccinazioni non ancora partite) inaugurò nell'inverno 2020 le lezioni in presenza all’aperto con la campanella che suonava sotto il voltone (quando pioveva) o nei cortili del suo liceo.