AGI - Nell'ultima settimana "si osserva un drastico peggioramento dell'epidemia con una incidenza settimanale che a livello nazionale raggiunge i 1.700 casi per 100.000 abitanti. La velocità di trasmissione nella settimana di monitoraggio è ulteriormente aumentata nella maggior parte delle regioni italiane. Per la prima volta si osservano segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti che porta in numerose regioni il non raggiungimento della qualità minima dei dati sufficiente alla valutazione del rischio e la conseguente classificazione a rischio non valutabile che equivale a rischio alto".
Lo sottolinea il report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss, secondo cui "la aumentata pressione sui servizi ospedalieri osservata nell'ultima settimana, associata alle progressive evidenze che arrivano da altri Paesi Europei, rende necessario invertire rapidamente la tendenza per evitare condizioni di estremo sovraccarico dei servizi sanitari, già oggi fortemente impegnati".
L'epidemia si trova "in una fase delicata e, in assenza di misure di mitigazione significative, un ulteriore rapido aumento nel numero di casi e nelle ospedalizzazioni nelle prossime settimane è altamente probabile", si legge ancora nel report.
"Alla luce della elevata incidenza e della circolazione della variante Omicron di SARS-CoV-2 - continua il documento - è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento".
"Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a contenere l'impatto soprattutto clinico dell'epidemia anche sostenuta da varianti emergenti".
"C'è una crescita dei casi Covid soprattutto nella fascia d'età 20-29 anni, seguita da quelle tra i 10 e i 19 e tra i 30 e i 39, ma cominciano ad essere coinvolte anche le fasce d'età più avanzate, un elemento su cui occorre particolare attenzione e precauzione", ha detto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in un video a commento dei dati del monitoraggio settimanale.
"C'è stato invece - ha aggiunto - un rallentamento della crescita della curva tra i 5 e 11 anni, ma anche in questa fascia vediamo che c'è comunque la necessita' di ricovero ospedaliero".