AGI - Il Vaticano contro la didattica a distanza: ha fatto danni, dovrà essere usata solo come ultima ed estrema risorsa. "La scelta di chiudere le scuole, operata con modalità e tempi diversi nel mondo, è stata motivata dalla comunità scientifica con la necessità di evitare la diffusione del contagio nelle comunità", scrive la Pontificia Accademia per la Vita in un documento.
"L'esperienza di precedenti epidemie ha dimostrato l'efficacia di questa misura nell'ottenere un controllo dell'infezione e un appiattimento della curva del contagio. D'altra parte, non si puo' non sottolineare la gravità di una tale misura, che dovrà in futuro essere considerata solo l'ultima ratio da adottare in casi estremi e solo dopo aver sperimentato altre misure di controllo epidemico quali una diversa sistemazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dell'organizzazione dell'intera vita scolastica e dei suoi orari". Dove la Dad è stata applicata "l'impoverimento dell'apprendimento intellettuale e la deprivazione delle relazioni formative sono diventati un'evidenza condivisa".
Certo, "questa costatazione non impedisce di apprezzare l'uso dei mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione per non perdere semplicemente la didattica e il contatto". Anzi, "dobbiamo ringraziare le risorse della rete e auspicarne un rafforzamento in alcune aree del mondo dove l'uso dei collegamenti virtuali e' ancora troppo debole".
Ma "è del tutto evidente che non bastano. Non si deve neppure escludere, nondimeno, la possibilità che una privazione così estrema avrebbe forse stimolato una resilienza più creativa e ingegnosa: in molti paesi, ancora adesso, la drastica limitazione delle possibilità di istruzione è contrastata dalla commovente ostinazione di piccoli alunni che fanno chilometri a piedi per raggiungere la scuola e di insegnanti itineranti che raggiungono piccoli gruppi di alunni nei loro villaggi, con i mezzi più diversi".
Ad ogni modo è evidente, conclude l'Accademia per la Vita, "l'accumulo di frustrazione e di disorientamento soprattutto degli adolescenti, particolarmente aggravato da pregressi contesti di povertà e disagio sociale".