AGI - Il 2020 ha segnato nuovi record negativi per la natalità in Italia, con il numero medio di figli delle donne di cittadinanza italiana che è stato pari a 1,17. È quanto emerge da un rapporto dell'Istat. Lo scorso anno ha segnato un altro primato della denatalità: i nati della popolazione residente sono stati in totale 404.892, circa 15mila in meno rispetto al 2019 (-3,6%).
Nel 2020 le donne residenti in Italia tra 15 e 49 anni hanno in media 1,24 figli (1,27 nel 2019), accentuando la diminuzione in atto dal 2010, anno in cui si è registrato il massimo relativo di 1,44. Per trovare livelli di fecondità così bassi per il complesso delle donne residenti bisogna tornare indietro ai primi anni Duemila.
Dal 2008 le nascite in Italia sono diminuite di 171.767 unità (-29,8%) con un calo dovuto quasi totalmente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (316.547 nel 2020, oltre 163 mila in meno rispetto al 2008). Dal 2012 al 2020 sono calati anche i nati con almeno un genitore straniero (quasi 19 mila in meno) che, con 88.345 unità, costituiscono il 21,8% del totale dei nati, oltre 4mila in meno solo nell'ultimo anno.
La fase di calo della natalità avviatasi nel 2008, spiega l'Istituto, si ripercuote soprattutto sui primi figli (47,5% del totale dei nati): nel 2020 sono 192.142 (oltre 8mila in meno sul 2019, pari a -4,1%; -32,5% sul 2008).
Complessivamente i figli di ordine successivo al primo sono diminuiti del 27,3% nello stesso arco temporale. Tuttavia, in quegli anni la tendenza indicava un recupero dopo il minimo storico di 1,19 figli per donna registrato nel 1995, recupero attribuibile in larga misura al crescente contributo delle donne straniere. Il dispiegarsi degli effetti sociali della crisi economica ha agito direttamente sulla cadenza delle nascite. Le donne residenti in Italia hanno accentuato il rinvio dell'esperienza riproduttiva verso età sempre più avanzate. Rispetto al 1995, l'età media al parto aumenta di oltre due anni, raggiungendo i 32,2 anni; in misura ancora più marcata cresce anche l'età media alla nascita del primo figlio, che si attesta a 31,4 anni nel 2020 (oltre 3 anni in più rispetto al 1995).
Leonardo e Sofia i nomi più gettonati
A livello nazionale, il nome Leonardo mantiene il primato conquistato nel 2018; Francesco anche quest’anno si conferma al secondo posto mentre Alessandro riconquista la terza posizione scalzando Lorenzo che scende al quarto posto.
Per i nomi femminili rimane stabile in prima posizione Sofia, ma anche quest’anno si rileva uno scambio sul podio tra Giulia, che risale dal terzo al secondo posto, e Aurora, che scende dal secondo al terzo.
Nonostante ci siano oltre 26mila nomi diversi per i bambini e oltre 25mila per le bambine (includendo sia i nomi semplici sia quelli composti), la distribuzione del numero di nati secondo il nome rivela un’elevata concentrazione intorno ai primi 30 in ordine di frequenza, che complessivamente coprono oltre il 44% di tutti i nomi attribuiti ai maschi e quasi il 38% di quelli delle femmine. Leonardo raggiunge il primato in tutte le regioni del Centro-nord (a eccezione della provincia autonoma di Bolzano dove primeggia il nome Jonas) e, tra le regioni del Mezzogiorno, prevale anche in Abruzzo e in Sardegna.
A livello regionale, il nome Francesco si posiziona al primo posto soltanto in 2 regioni italiane, tutte del Mezzogiorno (Puglia e Calabria) così come Antonio (Campania e Basilicata), Giuseppe primeggia stabilmente in Sicilia e per la prima volta Andrea fa il suo ingresso primeggiando in Molise. Per le bambine, il nome Sofia primeggia in tutte le regioni del Centro nord (a eccezione delle Province Autonome di Bolzano e Trento dove prevale Emma, e del Lazio in cui domina Giulia) e in Abruzzo, Calabria e Sardegna. Giulia, risalita al secondo posto in classifica nazionale rispetto allo scorso anno ai danni di Aurora, primeggia in Molise, Campania, Puglia e Sicilia. Aurora si trova invece in prima posizione solo in Basilicata.