AGI - Un altro match e un altro grave errore. L'avventura di Ian Nepomniachtchi al campionato mondiale di scacchi, in corso all'Expo 2020 di Dubai, si sta trasformando in un calvario. Quella di oggi, però, è stata una svista ancora più clamorosa delle precedenti con il russo che ha perso un alfiere, intrappolato su un bordo della scacchiera, alla mossa ventisette. Un errore "assurdo". Il copyright è di Magnus Carlsen che lo ha ripetuto, più volte, nella conferenza stampa post-partita.
Il norvegese, campione in carica dal 2013, è apparso quasi irritato dal livello di gioco espresso dal rivale. "Penso che valga di più guadagnarsi la vittoria grazie al proprio duro lavoro. Ed è meno gratificante vincere dopo aver ricevuto una mano dall'avversario. Ma, ovviamente, prendo e porto a casa anche questo".
La matematica è oggi l'ultima, infinitesimale, speranza per Nepomniachtchi, staccato di tre punti (6-3) e con solo cinque partite da giocare. Prima della sfida odierna, infatti, solo 2 giocatori in 135 anni erano riusciti a recuperare da uno svantaggio di due partite.
Ora Nepo è scivolato a meno tre aggravando la sua situazione. A Carlsen, infatti, basterà pattare (pareggiare) tre volte con il bianco per aggiudicarsi il match e consacrarsi ancor più nella storia degli scacchi.
Il russo si era presentato oggi con un look tutto nuovo, quasi sperasse che l'inversione di marcia iniziasse fuori dalla scacchiera. Capelli tagliati, codino scomparso, atteggiamento sorridente di chi vuol mostrare di meritarsi l'opportunita' ottenuta sul campo negli scorsi mesi. E anche l'apertura scelta, stavolta, e' sembrata rispecchiare questo "nuovo" Nepomniachtchi. Niente partita spagnola, come nelle altre occasioni in cui aveva avuto a disposizione i pezzi bianchi, ma un'inglese (c4 alla prima mossa a cui Carlsen ha risposto con e6).
A primo acchito è sembrato che la novità del russo pagasse i suoi dividendi. Carlsen ha impiegato molto tempo per riflettere su quali mosse fare successivamente, come fosse colto di sorpresa. Tante le linee tra cui scegliere e molti i minuti usati per cercare la strada più solida per ottenere quella patta, col nero, che sarebbe stata importantissima ai fini della classifica.
Nepomniachtchi, invece, ha mosso sempre con grande rapidità, elemento che ha stupito molti analisti. Il russo ha forse provato a ostentare sicurezza e padronanza di una posizione di cui aveva pieno controllo. L'obiettivo di questo tipo di gioco, di solito, e' quello di ottenere tanti piccoli vantaggi che possano essere poi decisivi in un finale equilibrato.
Sergej Karjakin, l'ultimo scacchista russo a giocarsi il titolo contro Carlsen, richiamato in fretta e furia da Mosca dal team di Nepo, ne aveva sottolineato i benefici in sala: "La posizione è complicata ed è fondamentamentalmente quello di cui ha bisogno Ian per provare a battere Magnus". Un piano perfetto, in teoria, ma rovinato dall'errore clamoroso che ha fatto cadere, come un castello di carte, le restanti chance del russo.
Come già accaduto in precedenza, davanti alle domande dei giornalisti, Nepomniachtchi ha provato a buttarla sull'autoironia: "Non potevo immaginare che esistesse in effetti un modo per sbagliare in questa posizione" ha detto, definendolo la sua mancanza come "un po' di sfortuna pazzesca".
L'alfiere intrappolato, tra l'altro, ha evocato una vecchia partita tra Fischer e Spassky, giocata quasi cinquant'anni prima, dove l'americano perse lo stesso pezzo a causa di una simile dinamica per poi abbandonare poco dopo. Il russo qui ha provato a resistere qualche mossa prima di gettare, sconsolato, la spugna. Ultima nota di colore.
Carlsen ha dovuto rispondere sul fatto di aver toccato un cavallo, a mossa 18, prima di cambiare idea e spostare un pedone. In rete e sui social si sono moltiplicate le voci che hanno ipotizzato l'irregolarità dell'azione e le possibili severe conseguenze, tra cui la sconfitta "a tavolino".
A richiesta specifica, il norvegese è apparso molto infastidito e ha risposto invitando a fare di meglio: "Questo accade in ogni singola sfida del campionato del mondo. I pezzi vengono aggiustati e sistemati senza l'intenzione di muoverli".
Il dubbio però era legittimo visto che, quando un pezzo viene 'aggiustato', è buona norma annunciarlo a voce alta. Certo è che, come ha spiegato il Grande Maestro norvegese (di origine americana) Jonathan Tindall su Twitter, non c'era motivo per spostare quel pezzo in quel momento. Insomma, solo l'ennesima stranezza di "una giornata davvero bizzarra".