AGI - Greta ha 15 anni, vive a Ravenna e conduce la sua vita da adolescente con tutte le difficoltà e i problemi che quell'età comporta a tutti i suoi coetanei. Fin qui tutto normale se non fosse che la differenza rispetto ai suoi amici è essere nata in un corpo da maschio. Già da tempo Greta sta affrontando la sua affermazione di genere ma con una fortuna: avere al suo fianco una mamma e un papà che la sostengono.
È la storia di una giovane transgender romagnola che lotta assieme alla sua famiglia per sensibilizzare la società italiana a problemi che una ragazzina come lei deve affrontare quotidianamente, facendo i conti, purtroppo e molto spesso, con l'ignoranza, la cattiveria e la scarsa sensibilità delle normative nei confronti di una persona come lei. Problemi che sta cercando di risolvere uno a uno. L'ultimo traguardo è arrivato qualche giorno fa: dopo una lunga battaglia legale, Greta è riuscita a ottenere i documenti col suo nuovo nome.
Un altro passaggio verso la normalità per evitare, ogni volta che le circostanze lo richiedevano, di dover giustificare durante un controllo il suo status di transgender, con tutti gli imbarazzi che un'adolescente può provare. "È stata una procedura lunga e difficile che è durata quasi due anni", dice all'AGI papà Luigi. "Abbiamo speso moltissimo per poter ottenere l'ok ai nuovi documenti, siamo stati fortunati alla fine ad aver trovato un bravo avvocato che ci ha aiutati molto e con cui è nata un'ottima empatia".
Ma dopo i nuovi documenti è stato necessario adoperarsi per il green pass e anche questo passaggio non è stato agevole perchè il cambio di nome non è stato automatico. "Noi siamo riusciti a ottenere la variazione in tempi brevi grazie anche all'interessamento delle istituzioni locali. Ma per gli altri? Perchè - si chiede Luigi - non si arriva a una procedura chiara e uguale per tutti?".
Greta è dunque fortunata a trovarsi come genitori due persone che hanno capito la sua situazione e la stanno aiutando. Qualche tempo fa, per loro iniziativa, è nata un'associazione, "Affetti oltre il genere", che porta avanti battaglie quotidiane per raggiungere ogni giorno il riconoscimento di un nuovo diritto.
Ne è l'esempio la recente novità che ha riguardato i mezzi pubblici: prima del cambio di documenti, Greta aveva il suo vecchio nome sull'abbonamento del bus, trovandosi quotidianamente a dover giustificare nei controlli il suo status. Ne è nato così un dialogo con Start Romagna che, prima in Italia, ha reso possibile d'inserire il nome d'elezione sui titoli di viaggio. Un esempio che a breve sarà esportato in tutta la regione Emilia-Romagna.
In Italia purtroppo esistono poche strutture che assistono giovani transgender
Greta ha trovato quella giusta in Toscana, all'ospedale Careggi di Firenze, località non propriamente comoda partendo da Ravenna. "Grazie a Greta mi sono addentrata in un meraviglioso mondo nel quale esistono tante difficoltà e tanti muri da abbattere", dice mamma Cinzia.
"Attraverso il suo sguardo - aggiunge - ho capito quanto la scuola, la sanità, lo sport e la società in generale non siano per niente inclusivi e quanto ci sia da lottare per l'autodeterminazione. Le difficoltà che Greta ha vissuto e deve affrontare quotidianamente per essere se stessa mi hanno portato a espormi e lottare con forza per un domani migliore, però sarà una lotta fatta con il sorriso, l'euforia e la passione, perchè penso che il pietismo e le lamentele non portino a nulla".