AGI - Dopo mesi d'indagini a cui ha collaborato anche il Ris di Parma è stato identificato il bracconiere che nel gennaio scorso uccise un giovane lupo in provincia di Cuneo, in Piemonte. I Carabinieri Forestali grazie alle analisi balistiche sono potuti risalire a un cacciatore di Peveragno che è stato rinviato a giudizio per uccisione di animale, delitto che prevede la reclusione da quattro mesi a due anni. All'uomo, che ha già chiesto il patteggiamento, sono stati contestati ulteriori reati in materia di detenzione armi e abbattimento di specie particolarmente protetta.
L'indagine è stata condotta dalla Stazione Carabinieri Forestale di Mondovì congiuntamente al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Cuneo. L'episodio risale allo scorso gennaio, quando la carcassa del lupo fu ritrovata nelle vicinanze della strada provinciale che collega Peveragno a Chiusa Pesio.
Sul momento la causa del decesso apparve collegata a un fortuito investimento stradale, tuttavia per migliori accertamenti la carcassa venne inviata all'Istituto Zooprofilattico di Torino che, in collaborazione con la facoltà universitaria di Medicina Veterinaria, effettuò accurata necroscopia. Ne risultò che l'animale era sì effettivamente morto per una emorragia interna, ma dovuta a un colpo di arma da fuoco.
L'animale era ancora riuscito ad allontanarsi di qualche centinaio di metri per poi accasciarsi definitivamente sul ciglio della strada provinciale (particolare importante per il prosieguo delle indagini). Sequestrati i resti della munizione rinvenuti durante la necroscopia, i Carabinieri Forestali avviarono immediatamente le indagini fino a restringere i sospetti su soggetti abitanti nella zona. Nei mesi successivi i militari, in esecuzione dei provvedimenti emanati dall'Autorità Giudiziaria, perquisirono private dimore e veicoli di alcuni cacciatori.
Dai controlli sono emerse ulteriori illegalità in materia di porto e detenzione di armi per uso caccia con il sequestro penale di oltre 1500 munizioni e 15 armi (tra carabine, doppiette e fucili). Si è proceduto anche al ritiro cautelare di ulteriori 10 armi e munizioni, nonché del porto d'armi dei soggetti coinvolti.
Rinvenuti anche due cartelli magnetici per auto di vigilanza venatoria in azienda faunistica, illegalmente posseduti. In particolare, inviata l'arma sospetta al Ris di Parma per il raffronto balistico, era emerso che era proprio quella che aveva esploso il colpo responsabile della morte del lupo. E' la prima volta, almeno in Piemonte, che un'analisi di questo tipo viene applicata con successo nell'ambito del contrasto al bracconaggio.