AGI - Radici e futuro. Memoria degli uomini e delle donne migliori. Gemme esigenti di bellezza. E consegna di un testimone, come in una corsa nella quale impegno e meta sono sfide di tutti. Sono stati affidati a giovanissimi studenti, nell'Aula bunker dell'Ucciardone, i primi cento piccoli 'Alberi Falcone", nell'ambito del progetto nazionale "Un albero per il futuro".
Duplicate le gemme dell'Albero Falcone (simbolo del riscatto civile contro le mafie, posto all'ingresso dell'abitazione di Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo) e i piccoli alberi sono donati a tutte le scuole italiane per formare il grande bosco diffuso della legalità. Le prime cento piantine sono state consegnate nel tempio del Maxiprocesso.
C'è don Luigi Ciotti che ricorda che le gemme "sono frammenti di memoria viva. Esercizio, costanza e impegno sono quanto richiedono coltura e cultura e la nostra missione deve essere quella di piantare le radici della coltura nella terra, della cultura nelle coscienze".
C'è Maria Falcone: "L'Albero Falcone ha rappresentato l'avvio della resistenza civile contro la mafia. Io spero che gli alberi che nasceranno dalle sue talee, donate alle scuole di tutta Italia grazie al lavoro dei carabinieri, diventino presidi di legalità per tanti territori, strumento di trasmissione di memoria e impulso per la creazione di una società più giusta che rigetti i disvalori delle mafie".
E tra i ragazzi che hanno ricevuto, a nome della loro scuola, questo dono speciale c'è Daria, 10 anni, alunna della ID della 'Sperone-Pertini', espressione della parte bella, bellissima, quella maggioritaria di un quartiere complesso, attraversato anche di recente da retate antidroga, dove i bimbi sono stati utilizzati per spacciare, si attendono ancora un asilo, un centro sociale e altri servizi essenziali, ma che è segnato dalla presenza incisiva della scuola e delle tante famiglie e persone di buona volontà che costruiscono futuro. Daria è con la sua famiglia e con la preside dello Sperone, Antonella Di Bartolo.
"Nelle giornate di scuola che hanno preceduto questo incontro in aula bunker - racconta davanti ai suoi coetanei Daria, occhi vivacissimi e intelligenti - abbiamo pensato con i professori e i compagni quali parole potessimo condividere con voi. Ne abbiamo scelte tre".
La prima parola è "grazie". E spiega: ricevere le talee della legalità, quelle foglie che vengono direttamente dai rami dell'Albero Falcone, "ci rende orgogliosi e felici. E' un regalo che viene fatto alla nostra scuola e a tutti coloro che nel nostro quartiere hanno bisogno di legalità e lavorano per la legalità".
Hanno scoperto in classe che si tratta di un Ficus, un albero che può raggiungere grandi altezze, dalla chioma folta ed espansa, le cui radici crescono facilmente in terreni umidi, ma sono capaci di resistere anche alla siccità. "Sarà per noi - chiarisce Daria - un simbolo di legalità, ma anche il segno che il rapporto tra l'uomo e l'ambiente non è complicato e difficile, a patto che ci sia la collaborazione di tutti per garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta".
La seconda parola è "responsabilità": la crescita di questo albero, sottolinea Daria dall'alto della saggezza vera dei suoi 10 anni e del suo sguardo pulito e pieno di speranze e di istanze che reclamano risposte, dipende da noi, "così come dipende da noi la costruzione di una società più giusta dove ogni bambino, bambina, ragazzo e ragazza possano avere diritti e opportunità. Sappiamo di essere soltanto dei giovani studenti e studentesse, ma è anche vero che un grande albero può venire fuori soltanto da un piccolo seme o da un fragile germoglio.
Purtroppo, la criminalità ha tentato di spezzare alcuni dei germogli del nostro quartiere, il quartiere Sperone. Forse proprio loro si sono illusi di poter crescere nei terreni aridi e desolati dell'illegalità". Per questa ragione, afferma Daria, i fatti di cronaca delle ultime settimane "ci hanno reso tristi e preoccupati. Ma al tempo stesso, ci auguriamo che anche quei ragazzi, che sono ancora giovani e pieni di futuro, comprendano che è solo nella legalità che si può essere davvero uomini e donne liberi".
L'ultima parola è "bellezza": sì, perché un albero, oltre che essere utile per tante cose, è anche bello, sostiene entusiasta Daria. La vista di un albero grande e maestoso "è motivo di stupore e ammirazione, soprattutto in una città dove di alberi – in effetti- ce ne sono pochi. I nostri insegnanti ci fanno sperimentare che si apprende di più e meglio attraverso la bellezza. Credo che sia proprio così.
Mi riesce difficile imparare solo perché devo, ma posso apprendere tanto se andare a scuola diventa un’esperienza di ricerca e scoperta, dove sono libera di esprimere la mia creatività, dove i valori trasmessi, le relazioni e anche gli errori fanno crescere dentro me e dentro ciascuno di noi un albero di vita".
Promosso in collaborazione con il ministero della Transizione ecologica e voluto fortemente dalla Fondazione Falcone e dall'Arma dei carabinieri, il progetto prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50 mila piantine nel triennio 2020-2022.
Ma le gemme dell'Albero Falcone non saranno solo messe a dimora nel giardino della scuola, assicura Daria a nome della sua comunità: "Sono germogli che oggi stesso sentiamo dentro di noi. E il giorno in cui queste talee diventeranno albero sarà prezioso, importante, bellissimo".