AGI - Non siamo vicini al lockdown austriaco e neanche alle zone rosse, al momento. Lo scenario, in ospedali di trincea contro il Covid, senza dubbio oggi è diverso rispetto a un anno fa. Ma non bisogna abbassare la guardia, mettendo sempre la mascherina, rispettando le distanze e continuando a vaccinare la più ampia fascia possibile di popolazione. Perché i casi da settembre stanno ‘lievitando’ velocemente.
Lo spiega all'AGI La professoressa Antonella d'Arminio Monforte, Direttore delle Malattie Infettive ASST Santi Paolo e Carlo di Milano, tra i centri in prima linea nel contrasto alla pandemia. “Sicuramente rispetto a settembre c’è stato un aumento dei casi, guardando al numero dei posti letto occupati. Mentre alla fine dell’estate avevamo solo un reparto dedicato al covid ed era mezzo vuoto, adesso ne abbiamo due: i positivi sono ospitati anche nel reparto delle malattie infettive. Stiamo andando a saturazione”.
"In tutto parliamo di una trentina di persone ricoverate, che arrivano per lo più da località fuori dal Comune di Milano, e di queste “il 70% sono non vaccinate”. Sono quelle che rischiano di più, “una paziente di 60 anni l’abbiamo appena mandata in rianimazione”. “Quando vengono ricoverati si rifiutano, a volte, anche di mettere il casco per l’ossigeno perché pensano che sia un ordigno infernale” ci racconta l’infettivologa. “C’è anche molta ignoranza. Alcuni ci dicono che non si sono vaccinati perché hanno già tante malattie e prendono parecchie medicine. Ecco, quelle sono persone che rischiano grosso".
“Bisognerebbe convincere i no vax perché sono quelli che mantengono l’infezione circolante tra la popolazione”. Poi certo esistono gli irriducibili, ma lì non ci puoi fare molto, come per i ‘terrapiattisti’, quelli che sostengono che la terra è piatta”. La famosa anti scienza dilagante contro cui bisogna combattere, di cui ha parlato anche il presidente della Repubblica.
Un lockdown per gli irriducibili
Gli “irriducibili non li convinceremo mai secondo me se non obbligandoli con misure coercitive – sottolinea -. Fare un lockdown solo per i no vax è sicuramente una misura coercitiva ma bisogna anche difendere i più deboli nella popolazione”. “Quello che facciamo è cercare di convincere la gente a vaccinarsi. Vedere che c’è chi porta al pronto soccorso la madre che non ha fatto vaccinare, e che poi muore, è una cosa che fa ribollire il sangue”.
A proposito di imposizioni, proprio oggi alla Camera è stato presentato un ordine del giorno per obbligare gli operatori sanitari a fare la terza dose di vaccino. “Credo sia una cosa giusta – osserva l’infettivologa – in quanto gli operatori sanitari sono una popolazione a rischio. E se un operatore si infetta può trasmettere l’infezione ai pazienti”.
L'Italia rischia meno di altri Paesi grazie al Green Pass,mascherine e distanziamento
“Nessuno può prevedere il futuro ma sicuramente la quota dei vaccinati con la terza dose, è in aumento. E quindi aumenta il numero di persone che non corrono il rischio di infettarsi. Un rischio che invece adesso corrono i pazienti anziani, con delle patologie, vaccinati tanti mesi fa”.
“La cosa che mi fa ben sperare rispetto agli altri paesi europei, che hanno delle epidemie ben maggiori, è il fatto che abbiamo il green pass che altri non hanno, che limita la circolazione se non con la negatività del tampone o con la vaccinazione; e inoltre abbiamo delle regole più stringenti in merito al distanziamento e alle mascherine. Certo non bisogna perdere tempo e vaccinare in continuazione”.
“Anche la vaccinazione nei bambini contribuirà”, ma su questo è atteso il parere dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) che il 29 novembre deciderà sull'autorizzazione al vaccino contro il Covid di Pfizer-BioNTech per i bambini nella fascia 5-11 anni. “Dobbiamo cercare di coprire la popolazione il più possibile e nel frattempo mantenere delle misure strette di distanziamento. Non credo ci sia bisogno di chiudere tutto, ristoranti, cinema. Almeno allo stato attuale non lo è di certo”.