AGI – Trovare alle amiche uno sposo con cui votarsi al martirio. C’era anche questo tra i compiti che si era assegnata in nome della jihad Bleona Tafallari, la 19enne arrestata con l'accusa di terrorismo islamico.
Le chat riportate nell’ordinanza di custodia cautelare hanno un tono in apparenza scanzonato e un utilizzo continuo di simboli – appaiono spesso le bandiere nere dell’Isis sotto forma di emoticon – come quelle tra due ragazze. Che parlano di coetanei da presentarsi, pure delle caratteristiche fisiche che immaginano per il loro ‘principe’.
"Il matrimonio finirà nel sangue"
“Se mi piace lo prendo sposo però non non mi va tanto che abbia 24 anni” dice ‘Fatina’, 16 anni, commentando una ‘proposta’ dell’amica.
Il dialogo del 24 febbraio scorso prosegue: “Dico a quella 'sorella' che non sei tanto sicura per la questione dell’età però che vuoi lo stesso incontrarlo, magari vedendolo cambi idea”: “Ahahahh va bene dille così”. “Dille che voglio voglio uno con la barba e i capelli lunghi”.
Le due sognano un matrimonio ‘particolare’. “Con gli AK47 (i fucili d'assalto, ndr)”. “Non lasciamo neppure un miscredente ovviamente”. “Tutti a terra”. “Si riempie di sangue”. E poi smile che sorridono ed emoticon di coltelli e bandiere nere dell’Isis. Fatina cerca una sponda conto i suoi genitori che non vogliono indossi il nikab (velo che lascia scoperti solo gli occhi, ndr). Belona risponde: “Anche io sono nella stessa situazione. E’ da tre anni che sono con il nikab e provano sempre a togliermelo. Ma inutilmente (tre smile)”.
I sogni delle due 'leonesse"
Tafallari offriva "regole di mutuo soccorso per le `sorelle´ bisognose, quali il reperimento di uno sposo che abbia abbracciato la jihad e possieda determinate caratteristiche oltre che qualità morali" scrive il gip Carlo Ottone De Marci nell'ordinanza di custodia cautelare.
La ragazza arrestata nella sua casa di via Padova, a Milano, "dalla quale non usciva quasi mai", "non solo ha condiviso quanto detto dalla giovanissima interlocutrice", vogliosa di intraprendere il cammino della radicalizzazione, "ma le ha inviato il video nel quale ostenta il guanto con il simbolo dell'Isis, si è interessata per ricercare un giovane che corrisponda alle caratteristiche richieste dalla ragazza, un `Leone´, con il quale le augura di poter `cadere´ insieme. Va poi notato che le due ragazze si sono chiamate reciprocamente `Leonessa´, chiaro riferimento della loro appartenenza all'organizzazione `Leoni dei Balcani´ e hanno inserito nei messaggi più volte bandiere nere dell'Isis sotto forma di emoticon".