AGI – “Nel movimento no green pass ci sono menti stravaganti che associano il vaccino al demonio. Sono persone terrorizzate dal futuro che hanno paura che con l'iniezione possano essere introdotte cose strane nel corpo. Ricordano un po’ il QAnon americano nell’uso di simboli religiosi e nelle teorie complottiste”. Paolo Natale, sociologo e docente all’Università Statale di Milano, prova a interpretare l’abbondanza di riferimenti religiosi nelle manifestazioni contro il certificato verde.
Il rosario di Puzzer
Tra le scene simbolo della protesta dei portuali a Trieste, c’è quella di uno dei leader, Stefano Puzzer, che stringe il rosario tra le mani e prega mentre le forze dell’ordine lanciano gli idranti sugli occupanti dello scalo marittimo. Più volte nella piazza triestina si sono visti i no pass riunirsi in momenti di preghiera in cerchio e sempre vengono issati cartelli con l'immagine della Madonna.
“Mi pare che questo movimento – ragiona Natale con l’AGI – sia molto composito, ognuno ha le proprie motivazioni per esserne parte anche se le uniche che hanno un minimo di senso sono quelle di chi lamenta di essere obbligato a presentare il green pass per lavorare. Tra i no pass c’è una ventata di irrazionalità che rende impossibile un dialogo sensato. Potrebbero essere assimilati ai gilet gialli che però erano animati da ragioni socio-economiche, mentre qui urlano una generica voglia di libertà”.
Secondo Natale addirittura “è predominante sui contenuti la ‘voglia di piazza’ delle persone che sono state recluse per due anni. Questo motiva una protesta così reiterata e numericamente sostanziosa".
È un movimento pre-politico
“In effetti - osserva - era dai tempi delle manifestazioni contro Silvio Berlusconi che non si vedeva così tanta gente in piazza. Il movimento no pass è invece pre-politico, rifiuta i partiti, pure quelli no vax. Perfino il partito 3V di Trieste è stato tenuto fuori. E gli stessi pariti populisti non hanno nemmeno provato a mettere il cappello sulla ribellione”. Il bisogno di piazza è anche quello “che porta la gente a manifestare per l’affossamento del dl Zan o a sostegno di Greta o i giovani ai rave party, ma la differenza è che in questi casi le ragioni sono chiare, mentre la piazza no pass resta enigmatica”.