AGI - Il Lazio è una regione ricca di aree verdi, parchi e riserve naturali che da oltre un ventennio aspettava i piani d’assetto per regolarne i relativi territori.
Si tratta di piani che hanno l’obiettivo di regolamentare tutte le attività che possono essere svolte all’interno delle aree sottoposte a vincoli e protette. I piani prevedono come deve essere gestito l’ambiente e il giusto raccordo che deve esserci con il territorio circostante indicandone obiettivi e priorità.
Il consiglio regionale del Lazio ha approvato in tre anni sette piani d’assetto di parchi e riserve naturali andando incontro alle richieste del territorio e di tutte le aziende e associazioni che lavorano quotidianamente all’interno delle specifiche zone.
Senza i piani d’assetto, infatti, rimangono in vigore le norme istitutive delle riserve naturali che sono molto restrittive e spesso impedisco qualsiasi tipo di iniziativa all’interno delle aree.
L’ultimo piano approvato dal consiglio regionale è quello della Riserva naturale "Montagne della Duchessa" giunto al termine di un lavoro che ha visto le audizioni dei sindaci dei comuni interessati, delle associazioni e dei rappresentati degli enti pubblici.
Gli altri piani d’assetto approvati nell’ultimo triennio sono quello del Parco dell’Appia Antica; della Riserva Naturale dell’Insugherata; del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga; della Riserva Naturale di Decima Malafede; della Riserva Naturale di Acquafredda e, infine, della Riserva Naturale della Marcigliana.
“Con l’approvazione definitiva in consiglio Regionale del Piano d’Assetto Montagne della Duchessa, la Commissione Agricoltura e Ambiente è arrivata a licenziare sette piani in tre anni di attività”. Ha spiegato all’AGI il presidente dell’VIII commissione regionale Agricoltura e Ambiente Valerio Novelli.
“Si tratta di un caso unico nella storia della Regione Lazio, basta pensare, infatti, che dal 1997 – ha sottolineato Novelli - anno di istituzione delle Riserve Naturali Protette, al 2018 è stato approvato soltanto un piano d’assetto”.
“La Riserva Naturale in questione - ha proseguito Novelli - si trova nel Comune di Borgorose in Provincia di Rieti, ha un’estensione di oltre 3.500 ettari e possiede al suo interno due siti di interesse comunitario, è famosa per le sue faggete e per la biodiversità che la caratterizza”.
Riserva Montagne della Duchessa
La riserva Montagne della Duchessa è stata istituita con la legge regionale numero 70 del 1990 e fa parte del sistema di aree naturali protette della VII Comunità Montana “Salto-Cicolano”, insieme con la Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia. Si tratta di un’area isolata che si trova ai confini con la regione Abruzzo.
Il piano prevede la suddivisione della riserva in diverse ‘zone’, gli interventi di messa in sicurezza delle aree a rischio di dissesto idrogeologico; la distribuzione di punti di abbeveraggio per la presenza di bestiame al pascolo in prossimità dello specchio d’acqua lacustre e interventi che impediscano l’accesso al lago e nel suo intorno nei periodi critici per i cicli biologici delle specie animali e vegetali di interesse comunitario; la valorizzazione del Geosito di bauxite in passato sfruttati anche dal punto di vista minerario; la costruzione nel Borgo Cartone di un centro polifunzionale, di superficie lorda massima di 200 mq, che dovrà ospitare al suo interno oltre alla funzione di accoglienza dei visitatori, un punto ristoro e spazi per la didattica e l’educazione ambientale; la predisposizione di uno studio di fattibilità per la valorizzazione delle risorse forestali al fine di fornire assortimenti per la produzione di energia termica capace di sostituire il consumo di materia prima fossile, da destinarsi agli usi delle comunità locali; la promozione dell’ecoturismo scientifico si propone di promuovere il territorio presso la comunità scientifica nazionale e internazionale.
“Come per gli altri piani d’assetto questo risultato è frutto della collaborazione e dell’ascolto con i territori e della sinergia con l’Assessorato alla Transizione Ecologica, guidato da Roberta Lombardi, e con la Direzione Parchi – ha aggiunto Novelli - forniamo, quindi, attraverso questo strumento regole certe alla fruizione del Parco, così come è stato già per le Riserve Naturali di Appia Antica, Insugherata, Gran Sasso e Monti della Laga, Decima Malafede, Acquafredda e Marcigliana”.
Gli altri piani d’assetto delle aree protette approvate dal consiglio regionale:
Parco dell'Appia Antica
Il nuovo piano d’assetto del Parco dell’Appia Antica si riferisce ad un territorio di 3.400 ettari e che prevede che per le aree di ampliamento previste nel 2018 (Divino Amore, Falcognana, Mugilla, Mandrione e Tor Fiscale) siano in vigore le norme di salvaguardia previste dalla legge del 1997.
Sono in vigore due strumenti di pianificazione regionale, il piano del parco ed il Piano territoriale paesistico per la tutela paesaggistica e culturale ai quali si aggiungono i diversi vincoli statali per i beni storici ed archeologici.
Tra i diversi fini del piano vi è quello di eliminare l’abusivismo che ha avuto come conseguenza la nascita di nuclei edilizi, molti dei quali di scarsa qualità, spesso con attività produttive incompatibili con il Parco; favorire la rinaturazione delle vaste aree agricole che hanno dimostrato una grande capacità di ripresa e di recupero di elementi di biodiversità e sviluppare un’agricoltura multifunzionale di qualità e a basso impatto ambientale.
Riserva della Marcigliana
La riserva Naturale della Marcigliana ospita i prodotti vulcanici provenienti dagli apparati eruttivi dei monti Sabatini e dei Colli Albani. Dal punto di vista paesistico si trovano tre tipologie di paesaggio agrario, che diventano quattro se si tiene conto della Valle del Tevere; quest’ultima è esterna al perimetro del Parco, ma lo delimita ad ovest e costituisce una forte componente del panorama, visibile dalle alture della Marcigliana.
Il piano prevede la perimetrazione definitiva dell’area protetta, le destinazioni di uso pubblico o privato con riferimento alle varie aree, l’organizzazione generale del territorio suddiviso in zone caratterizzate da forme differenziate di tutela ed uso, gli indirizzi sulle modalità di gestione di flora e fauna e criteri per gli interventi sui paesaggi e sui beni naturali e culturali, le tipologie diverse di accessibilità veicolare e ciclopedonale e, infine, i sistemi e i servizi per la funzione socioculturale, didattica della zona come la creazione di musei e centri di visita.
Riserva Tenuta dell'Acquafredda
Il piano di assetto della Riserva della Tenuta dell’Acquafredda interessa 255 ettari di territorio che si trovano nel quadrante nordovest della Capitale. Un’area caratterizzata da zone agricole, frammenti di boschi, e dove sono presenti 26 specie diverse di uccelli.
È un’area che rappresenta un vero e proprio polmone verde della capitale e che comprende i fossi dell’Acquafredda e di Montespaccato. Le disposizioni prevedono il potenziamento della rete ambientale della zona, lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile, la riqualificazione degli spazi urbani con la conservazione delle aree boschive.
Riserva di Decima Malafede
Il nuovo piano di assetto della riserva naturale di Decima Malafede riguarda l’area protetta più estesa all’interno del comune di Roma al cui interno sono presenti importanti siti naturalistici e archeologici. Nella riserva sono presenti numerose imprese agricole che hanno impedito negli anni la cementificazione dell’area e per questo il piano ne favorisce lo sviluppo.
È prevista che siano valorizzare tutte quelle attività agricole che dimostrino di aver un basso impatto ambientale; ed inoltre la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili per la fruizione del parco in maniera sostenibile. Da sottolineare l’importanza del progetto che riguarda l’Università Campus Biomedico, una delle realtà sanitarie di eccellenza del territorio.
Parco Gran Sasso e Monti della Laga
Il nuovo piano del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga interessa un’area di 150 mila ettari che comprende porzioni di territorio di tre regioni: Abruzzo, Lazio e Marche.
Il piano interviene, quindi, limitatamente al territorio della Regione Lazio in base alle intese con i vari Enti e i comuni di Amatrice e Accumoli, questi ultimi colpiti dal terremoto del 2016.
Lo scopo del nuovo piano d’assetto è quello di garantire la salvaguardia delle aree a maggiore naturalità; valorizzare le peculiarità del territorio, ovvero quelle naturalistiche, storico-architettoniche ed archeologiche; favorire la relazione e la continuità biologica con i territori limitrofi; organizzare e promuovere il turismo coinvolgendo gli stessi territori.
Riserva dell'Insugherata
La riserva dell’Insugherata interessa un’area di 697 ettari, compresa nella zona del bacino idrografico del fosso dell’Acqua Traversa a nord della capitale tra i quartieri lungo la via Cassia e la via Trionfale. Tra gli obiettivi previsti quello di valorizzare e recuperare il patrimonio estetico tradizionale dell’area con il recupero degli immobili esistenti che hanno destinazione agricola.
“Un lavoro, quindi, che sta vedendo e vedrà sempre più protagonista la Commissione Agricoltura e Ambiente – ha sottolineato Valerio Novelli - che è, ormai, lo strumento per unire la tutela dell’ambiente allo sviluppo sostenibile nel solco della transizione ecologica”.
“La vocazione ambientalista, insieme all’impegno per la tutela del territorio, la biodiversità e l’agricoltura sostenibile sono tra i tratti che più hanno contraddistinto l’azione amministrativa della Regione Lazio a guida Zingaretti – ha detto all’AGI il consigliere regionale del Pd Eugenio Patanè, componente dell’VIII commissione - In questa ottica, grande attenzione è stata riservata dalla Giunta, dal Consiglio regionale e dalla Commissione Ambiente e Agricoltura all’ampliamento dei parchi e delle riserve naturali che, nel nostro territorio in particolare, presentano una notevole eterogeneità di specie animali e vegetali”.
“I provvedimenti che abbiamo licenziato fanno parte dell’insieme di quelle misure che, oltre alla tutela della natura, creano il presupposto per una nuova economia green, nella consapevolezza di quanto questo possa essere positivo per la tutela della biodiversità, ma anche affinché le aree protette diventino il volano di un nuovo sviluppo economico ed ecologico della nostra regione – ha proseguito Patanè - mi preme in maniera particolare sottolineare l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica con cui abbiamo compiuto un atto storico perché è il primo fondamentale passaggio per realizzare quel ‘sublime spazio pubblico’ - così l’ha definito Benevolo - che da piazza Venezia comprende i Fori, il Colosseo, il Palatino, il Circo Massimo e di lì si spinge verso l’Appia Antica, fino ad arrivare ai piedi dei Castelli Romani. Questo provvedimento ci permette di conservare l’eredità di storia e bellezza che il passato ha trasmesso, di offrire una nuova visione di Roma del nuovo secolo, di coniugare tutela e sviluppo sostenibile, bellezza e identità”.
Nella commissione Ambiente e Agricoltura del Consiglio regionale non sono, tuttavia, mancate le critiche ai nuovi piani dei parchi, come quelle del vicepresidente della stessa commissione, Giancarlo Righini, di FdI.
“In tema di salvaguardia dell’ambiente e di tutela e governo delle zone di particolare pregio naturalistico, Fdi non fa mai mancare il proprio apporto. Tuttavia sui Piani di Assetto dei Parchi il giudizio è negativo – ha detto all’AGI Righini - l’Amministrazione Zingaretti ha lavorato poco e male, impiegando più di tre anni per configurare solo alcune aree, tra le tante annunciate ad inizio mandato.
Da sottolineare inoltre che i Parchi varati dalla Regione Lazio, non tengono affatto conto delle istanze dei territori. Incomprensibile poi come ad oggi, ancora non si proceda con la nomina dei consigli direttivi, i cui componenti devono essere indicati dagli Enti Locali e dal Consiglio Regionale (uno dalla maggioranza e uno dall’opposizione).
Al contrario i presidenti si sono insediati velocemente, e non c’era da dubitarne visto che la loro nomina compete al governatore Zingaretti che ha sempre un suo “uomo giusto” da piazzare in ogni incarico istituzionale. Sembra evidente che la giunta Pd e M5Stelle voglia mantenere per più tempo possibile il diretto controllo sulla gestione delle Riserve Naturali istituite. Pertanto onde evitare, o quantomeno arginare derive dirigistiche già viste con l’Amministrazione PD-M5Stelle, torno a richiedere che i Consigli direttivi siano formati al più presto”.