AGI - È durata appena quattro mesi la parabola politica di Enrico Michetti. L'ex candidato sindaco di Roma del centrodestra, battuto da Roberto Gualtieri, si è dimesso da consigliere comunale. Dopo la secca sconfitta al ballottaggio, l'avvocato amministrativista con la passione per l'antica Roma si è chiuso in silenzio stampa.
Il giorno delle elezioni aveva parlato solamente di "esito laconico" e di "dato nazionale" che aveva influenzato la tornata amministrativa.
La campagna elettorale gli aveva regalato più problemi che gioie: le polemiche per le sue vecchie frasi sulla Shoah - per le quali ha chiesto scusa - quelle su alcuni candidati molto a destra nelle liste, l'assenza da quasi tutti i confronti con gli sfidanti.
E una coalizione che con il passare della settimane è apparsa prendere progressivamente le distanze da un candidato - perorato da FdI - ma valutato da alcuni poco incisivo e troppo legato al gruppo di Radio Radio, emittente dove 'il tribuno' si è fatto conoscere come opinionista.
Dopo alcune settimane di riflessione Michetti ha preso la sua decisione: tornare ad occuparsi a tempo pieno del suo lavoro di legale, a partire dalla guida della Gazzetta Amministrativa, periodico che fornisce consulenze alle pubbliche amministrazioni.
L'avvocato ringrazia tutti coloro che lo hanno sostenuto nella corsa al Campidoglio. Ma non sono mancate voci di dissapori con la coalizione. Tanto che nei giorni scorsi si era parlato anche di possibili pressioni per spingerlo verso la rinuncia al seggio.
Al suo posto dovrebbe subentrare Federico Rocca di FdI. Anche Carlo Calenda, arrivato terzo, non rimarrà in aula Giulio Cesare.
Il leader di Azione parteciperà alla prima seduta dell'Assemblea, in programma giovedì 4 novembre, poi lascerà lo scranno a Francesco Carpano. Sarà in consiglio invece tra i banchi del M5s l'ex sindaca Virginia Raggi.