AGI - Undici colpi, 5 dei quali a segno, sparati anche mentre la Panda di Giuseppe Fusella e Tullio Pagliara si stava allontanando. Vincenzo Palumbo, l'autotrasportatore cinquantatrenne di Ercolano fermato per duplice omicidio, ha sparato per uccidere, non per spaventare e per questo la procura ha emesso venerdì sera un dectreto di fermo che ricostruisce quanto accaduto.
Fusella, 26 anni, e Pagliara, 27 anni, studenti di Portici, erano in via Marsiglia fermi a bordo di un'auto di fronte alla villetta di Palumbo. Dopo la mezzanotte Palumbo con la sua Beretta calibro 40 regolarmente detenuta ha sparato 11 colpi di arma da fuoco contro la Panda a bordo della quale i ragazzi hanno anche tentato di allontanarsi dopo aver visto l'uomo brandire la pistola.
In totale i colpi e che hanno raggiunto parti del loro corpo sono cinque. Dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite, si legge nella nota degli inquirenti, risulta che tutti sono stati esplosi mentre l'auto era in movimento e si allontanava dall'abitazione di Palumbo.
"Le vittime entrambe incensurate non avevano armi da fuoco né strumenti atti allo scasso o per agire a volto coperto. Nessun elemento acquisito permette di ipotizzare che le vittime si trovassero in quel luogo per commettere furti o altro genere di reati contro il patrimonio o la persona", puntualizzano gli inquirenti.
Il pm, prima di procedere al fermo, ha ascoltato a lungo Palumbo che invece ha raccontato di essere stato svegliato dal suono del sistema d'allarme della sua abitazione, e di aver preso la pistola che ogni notte tiene sotto il letto dopo aver subito un furto in casa il 4 settembre. L'uomo si è precipitato ad affacciarsi al terrazzo, perché convinto di dover respingere altri rapinatori, e lì dice di aver visto una persona in fuga all'interno della sua proprietà. Alle sue grida, la persona si sarebbe rifugiata nella Fiat bianca che attendeva col motore acceso. Così Palumbo ha esploso quattro o cinque colpi d'arma da fuoco, nonostante la pistola si fosse inceppata dopo il primo.
"Gli esiti documentati dall'indagine delegata ai carabinieri della compagnia di Torre del Greco contraddicono allo stato la tesi difensiva", nota la procura. La dinamica dei fatti per numero, sequenze di azioni, e colpi esplosi secondo quanto indicano le indagini "appare rivelare una condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta dei giovani".
Per questo il reato ipotizzato è duplice omicidio volontario. "Il signor Vincenzo Palumbo chiede scusa ai familiari. Non voleva uccidere. Anche lui è profondamente addolorato. Aspettiamo che la magistratura faccia il suo lavoro" ha detto l'avvocato d'ufficio Francesco Pepe.