AGI - Quello in corso in Sicilia è "un evento metereologico eccezionale che purtroppo non è ancora terminato". Perché "il ciclone mediterraneo a sud dell'isola è estremamente lento, quasi stazionario. Di solito si muovono da ovest verso est con un certo dinamismo, ma questo lo fa in maniera troppo lenta a causa di blocchi della circolazione e venti in quota molto deboli". Spiega in questo modo il fenomeno della bomba d'acqua, un vero e proprio uragano che si è abbattuto sulla città di Catania, Salvatore Pascale, il ricercatore di Fisica dell'atmosfera dell'Università di Bologna, che si occupa di medicane (uragano del Mediterraneo) e modelli climatici.
In un'intervista a la Repubblica, l'esperto continua: "di conseguenza, il ciclone continua a stare lì e muovere masse e nuvole anche a cento chilometri di distanza, e oltre, che impattano sempre sullo stesso territorio: la Sicilia orientale, dove cade pioggia in continuazione, come è accaduto a Catania".
Poi Pascale sottolinea che "a seconda dei modelli, abbiamo indicazioni diverse. Ma in generale si può dire che le prossime 72 ore rimangono davvero critiche" e "sicuramente fino a venerdì permarrà una forte condizione di allerta" mentre resta "fondamentale comprendere anche la traiettoria del ciclone, che potrebbe spostarsi più a nord verso le coste del sud est della Sicilia, oppure verso la Calabria ionica. Si potrebbero anche ripetere situazioni come quelle delle ultime 48 ore, dove sono caduti quasi 500 mm di pioggia in certe zone: stiamo parlando di una quantità che a volte cade in un anno".
E conclude: "Bisogna guardare il contesto. Come dice l'articolo 6 del rapporto Ipcc, il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, il riscaldamento globale influisce sugli eventi estremi precipitativi. Ne fa aumentare la frequenza e, soprattutto, l' intensità. In particolare a causa del surriscaldamento il nostro mare Mediterraneo è sempre più caldo: significa che l'atmosfera trattiene sempre più vapore acqueo e poi lo scarica con piogge e intensità maggiori, anche mai viste prima. Se le previsioni per i prossimi giorni sono decisamente brutte, quelle per i prossimi decenni sono tragiche: in scenari di +2 gradi e oltre eventi come questi saranno drammaticamente più intensi".
Anche per l'ambientalista Mario Tozzi la responsabilità è del cambiamento climatico che "sovraccarica di energia termica atmosfera e oceani e poi evacua tutta quell'energia in forme che un tempo avevano ricorrenze secolari e oggi diventano annuali", osserva in un'analisi su La Stampa. Secondo l'esperto dunque "la dizione più corretta sarebbe di un clima estremizzato più che di un clima surriscaldato, nel senso che quell'eccesso d calore si tramuta in perturbazioni molto energiche" ma "le cui conseguenze diventano però drammatiche solo per colpa nostra, per responsabilità del popolo più dipendente dall'asfalto e del cemento d'Europa, un popolo che divora suolo vergine al ritmo di un mq al secondo".
Spiega Tozzi: "Flash flood le dovremmo chiamare esattamente, alluvioni improvvise: quantità di acqua che normalmente si scaricavano in cinque o sei mesi piovono in poche ore".