AGI - Il fronte della protesta no green pass triestina, a cui si sono aggiunte persone da tutta Italia, è piazza Unità d’Italia dove sono presenti al momento circa duecento persone. E il rischio è che finisca come al porto, con uno sgombero, perché, come confermato all’AGI da fonti della Prefettura, è una manifestazione non autorizzata che viola oltretutto il patto stretto coi contestatori.
Stefano Puzzer, rimasto il leader del movimento anche dopo le dimissioni da portavoce del sindacato CLPT, aveva garantito lunedì al prefetto Valerio Valenti che i manifestanti si sarebbero spostati al porto vecchio. Ma così non è avvenuto, anzi i pochi che stamattina erano alla Centrale idrodinamica dove era in programma un presidio si sono trasferiti in piazza, dove c’è gente, come due giovani stesi su un divano rosso, che ci ha dormito pure stanotte.
A caricare la folla è arrivato anche il senatore Gianluigi Paragone che ha definito la ‘liberazione’ del porto una scena “degna di piazza Tienammen”, riferendosi a idranti e lacrimogeni lanciati sui portuali e sui cittadini a loro solidali dalle forze dell’ordine. Paragone si è fatto anche interprete di un sentimento molto diffuso nella piazza sull’incontro col ministro Stefano Patuanelli ‘pattuito’ ieri tramite la mediazione del prefetto e previsto per sabato: È il ministro dell’Agricoltura, che c’entra?. Viene a farsi un giro a casa sua, a Trieste. Dovrebbe venire Lamorgese che ha ordinato i lacrimogeni”.
“In 68 anni non ho mai visto nulla di simile nella mia città - commenta all'AGI il riconfermato sindaco Roberto Di Piazza, guardando la piazza che va riempiendosi - non sono triestini, c’è gente che arriva da altre parti. Quello che posso dire è che mi fa male quello che succedendo pensando a quando, durante il lockdown, guardavo la piazza deserta. E mi fa male pensando ai 130mila morti, all’economia che si era fermata, ai ragazzi che non potevano andare a scuola”.