AGI - Usavano chat e piattaforme Telegram e WhatsApp, si addestravano in maniera costante e avevano rapporti con organizzazioni ultranazionaliste ucraine apertamente neonaziste quali il Battaglione Azov.
Sono questi alcuni dei risvolti investigativi che hanno portato alle perquisizioni nel napoletano, nella provincia di Caserta e Avellino ma anche a Roma, Siena, Lecce e Ferrara, coordinate dai pm di Napoli che indagano su una organizzazione sovversiva suprematista e neonazista. Setacciati abitazioni e uffici di 26 persone.
A maggio scorso i pm di Napoli avevano già disposto perquisizioni nei confronti di alcuni degli indagati, dopo l'intercettazione di messaggi nei quali si faceva riferimento alla disponibilità di armi e alla programmazione di azioni violente eclatanti.
L'addestramento nei campi neonazi
Perquisizioni che hanno permesso di sequestrare munizioni, armi - tra cui alcuni lanciagranate - abbigliamento tattico militare e device che poi sono stati oggetto di accertamenti tecnici. L'analisi dei dati acquisiti ha confermato l'ipotesi che l'associazione neonazista si era organizzata ed era caratterizzata da una compartimentazione gerarchica, addestrava militarmente i suoi componenti e alcuni hanno frequentato anche all'estero corsi per l'utilizzo di armi da sparo corte e lunghe e per il combattimento corpo a corpo. Le perquisizioni hanno riguardato anche persone non indagate ma che avevano contatti frequenti con gli indagati.
Il proselitismo tra i no vax
Per fare proseliti, l'associazione neonazista individuata dai pm di Napoli era vicina a posizioni no vax. Le persone ritenute dagli inquirenti a capo del gruppo sono Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente di 40 e 46 anni, presidente e vice presidente dell'Ordine di Hagal ai quali viene contestato anche il possesso di armi.
Negazionisti e adoratori di Hitler
La base operativa dell'associazione neonazista era in provincia di Napoli. Era lì che capi e adepti si vedevano, gestivano i contenuti da inserire sulle pagine web e soprattutto, come emerge dalle indagini venivano svolte anche attivita' paramilitari e addestramento all'uso delle armi. Simulazioni di corpo a corpo e assalti avvenivano nei campi del Napoletano e del Casertano con ex militari e combattenti ucraini.
L'arsenale consisteva in armi 'soft air' modificate per sparare proiettili veri. Il gruppo svolgeva lezioni in presenza e via social per estendere la propria rete di proseliti. Un 'insegnamento' dalla forte matrice suprematista e negazionista della shoah con simbologia e riti hitleriani.