AGI - “Non è corretto parlare di razze aggressive, perché i cani si comportano in base agli stimoli che ricevono. La maggior parte delle situazioni possono essere ricondotte a una cattiva gestione degli animali o a comportamenti umani che, anche involontariamente, scatenano reazioni di tipo aggressivo”.
A spiegarlo all’AGI è Carla Rocchi, già docente di Antropologia presso l’Università La Sapienza di Roma e presidente dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali (ENPA), commentando l’episodio avvenuto a Sassuolo, dove una donna è stata sbranata da una coppia di Amstaff.
“Per quanto ne sappiamo – spiega l’esperta – i due animali si trovavano nel loro territorio, insieme a una bambina. La signora, allontanatasi dal controllo della propria badante, si sarebbe introdotta nella proprietà, e i cani hanno reagito all’intrusione. Questo caso è piuttosto emblematico: i molossoidi stavano giocando tranquillamente con una bambina, il che suggerisce che non fossero aggressivi. Nessun genitore incosciente lascerebbe la propria figlia in tranquillità con un animale imprevedibile. Direi che è evidente che, seppur involontariamente, la signora abbia scatenato l’istinto di protezione nei confronti della piccola. I due Amstaff hanno agito infatti a difesa della bambina”.
“Senza attribuire responsabilità a nessuno – aggiunge Rocchi – direi che questo episodio, anche se terribilmente infelice, non può essere attribuito a una forma di attacco immotivato da parte dei cani”.
Commentando la possibilità di definire ‘aggressive’ alcune razze, la presidente ENPA sottolinea che ci sono alcune specie che necessitano una tutela più prudente, perché, per costituzione e morfologia, sono in grado di recare danni più significativi, ma ci sono anche altri fattori da considerare.
“Le statistiche e i rapporti delle ASL sui morsi degli animali – osserva – suggeriscono che circa l’80 per cento delle ferite associate a morsi da parte di cani derivano da razze di piccola taglia, quelle considerate inoffensive, da compagnia. Questo conferma che non esistono razze più aggressive di altre. Ovviamente un morso da parte di un chihuahua non è paragonabile a quello di un pitbull, ma nessuno dei due attacca senza motivo. In caso di cattiva gestione dell’animale possono verificarsi comportamenti disturbanti, ma credo che la responsabilità non possa essere attribuita all’animale, quanto piuttosto alle persone che lo gestiscono”.
“Nel caso di Sassuolo – conclude Rocchi – i due Amstaff si prendevano cura della bambina, che non ha riportato alcuna ferita, credo sia chiaro che l’intenzione degli animali fosse quella di proteggere la piccola”.