AGI - Oltre seimila persone, dato della Prefettura, sono riunite davanti al varco 4 del porto di Trieste per partecipare alla manifestazione contro green pass promossa dal sindacato autonomo Coordinamento lavoratori portuali.
Tra loro c'è non solo chi ha raccolto l'appello a scioperare nel primo giorno in cui il lasciapassare è obbligatorio, ma anche centinaia di cittadini solidali con questa scelta. Nessun blocco, come paventato nei giorni scorsi da Stefano Puzzer, il portavoce del sindacato, dopo che ieri sera nel corso di un'assemblea alcuni iscritti hanno manifestato la volontà di varcare i cancelli.
Su quanti abbiano aderito allo sciopero e sull'effettivo funzionamento dello scalo marittimo le versioni divergono. Secondo Puzzer, "ottocento lavoratori sono fuori e un centinaio dentro" per cui "di fatto il porto oggi non sta funzionando". "Sono entrate pochissime persone, della mia azienda solo due", aggiunge Michele Bussoni, un altro dei leader della mobilitazione. Che il porto non funzioni si capisce dalle gru ferme e dal fatto che alcune navi sono state spostate in altri porti".
Ma il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha dichiarato a SkyTg24 che "il porto funziona". Ovviamente, ha aggiunto, "in alcuni passaggi ci saranno difficoltà e ranghi ridotti, ma funziona". Il presidio si sta svolgendo nella massima serenità, le forze dell'ordine controllano la situazione a distanza anche se il prefetto Valerio Valenti ha fatto sapere che i promotori saranno denunciati per sciopero illegittimo.
Eterogenea la composizione dei partecipanti. Tanti quelli che si dichiarano non vaccinati, secondo il sindacato sarebbero su 950 circa il 40 per cento, ma molti altri lo sono e sottolineano il concetto che lo sciopero è per garantire il diritto al lavoro a chi non è in possesso "per libera scelta" del lasciapassare.
Pronti a non lavorare fino al 31 dicembre
Tra questi il giovane presidente del Clpt, Sebastiano Grison, che promette un impegno a oltranza: "Siamo pronti a non lavorare fino al 31 dicembre, quando scadrà il decreto green pass che per noi è un provvedimento criminale - dice - Io sono vaccinato, ma il diritto al lavoro è di tutti e non me la sento di lasciare a casa persone che per me sono dei fratelli. Il green pass serve alla ripartenza delle imprese, sono d'accordo con chi lo dice, ma il porto andava già alla grande, qui non c'è bisogno di nessun green pass. Gli strumenti per combattere la pandemia sono i vaccini e il distanziamento sociale. Il Governo abbia allora il coraggio d'imporre il vaccino obbligatorio, si assuma questa responsabilità".
L'ipotesi dei tamponi gratis sul conto delle aziende non viene presa in considerazione perché, dicono i portuali, sarebbe "discriminatoria" rispetto ad altre categorie. Un portuale annuncia di essere in trattativa per andare a lavorare in Croazia: "Non posso restare in un Paese dove il Green pass e' obbligatorio".
"La situazione mi sembra quella che ho chiesto io. Di più non dico, oggi voglio stare tranquillo" dice all'AGI Zeno D'Agostino, il presidente del porto di Trieste. In una conferenza stampa ieri D'Agostino si era detto contrario alla prospettiva che fosse impedito l'accesso al posto di lavoro anche a chi era contrario alo 'sciopero'.
Nei giorni scorsi il sindacato autonomo ha respinto la mediazione proposta dal governo di tamponi gratis pagati dalle aziende per chi non ha il certificato verde. Quello di Trieste è il settimo porto in Europa per movimentazione totale di merci e il primo in Italia con 62 milioni di tonnellate.
"Vogliamo l'abolizione del green pass ma chi vuole lavorare oggi deve poterlo fare", dice all'AGI Alessandro Colognati, 42 anni, uno dei lavoratori del sindacato autonomo che ha organizzato una manifestazione di protesta al porto di Trieste. "I tamponi gratis? Noi non li abbiamo mai chiesti, quindi non ha senso dire che li abbiamo rifiutati. Avere tamponi gratis solo per noi sarebbe discriminatorio verso lavoratori di altre categorie". Il portuale spiega di non essere vaccinato: "Non lo sono perché la vivo come un'imposizione. Altri miei colleghi lo sono, ognuno è libero di fare come vuole".
Genova
A Genova sono in corso presidi al varco Etiopia di USB e portuali. Alcune decine di persone stazionano davanti alle transenne poste all'accesso al varco. I camion che devono entrare, sono costretti ad accedere da un altro varco, quelli che gia' si trovavano all'interno vengono invece fatti uscire. Blocco dei portuali e autotrasportatori anche in via Albertazzi, uno dei passaggi verso il porto passeggeri. Le auto di chi deve imbarcarsi vengono fatte passare, fermi i camion.
Catania
"Tutto regolare al porto di Catania, non c'è alcun blocco" dice Mauro Torrisi segretario della Fit-Cisl di Catania segnalando che la situazione nel porto etneo è sotto controllo e non ci sono criticitaà. "Sono altre le vertenze che più ci preoccupano come quella che ci porterà allo sciopero il 26 ottobre per la vicenda Grimaldi", aggiunge Torrisi all'AGI.
Ravenna
Tutto tranquillo al porto di Ravenna dove le operazioni proseguono regolarmente. "È tutto sotto controllo - afferma all'AGI l'autorità portuale - i numeri delle persone non vaccinate sono molto piccoli, ci aspettavamo una giornata di completa normalità". In qualche azienda si è registrata qualche fila all'ingresso per il controllo della certificazione, tutte smaltite in poco tempo.
Livorno
Nessun problema al porto di Livorno, nonostante il corteo dei no green pass che sta attraversando le strade della città. Il corteo, al momento, si sta svolgendo in modo pacifico e senza particolari disagi per la cittadinanza.
La situazione nello scalo, terzo porto italiano per tonnellate di merci movimentate nel 2019 (complessivamente quasi 37 milioni di tonnellate), si presenta senza criticità.
Ancona
Sono poco più di un centinaio i lavoratori del porto di Ancona, ai quali si sono aggiunti anche un gruppo di studenti, che protestano contro l'obbligatorietà del green pass per accedere ai luoghi di lavoro. Si erano dati appuntamento davanti alla Fincantieri per poi spostarsi verso il CNR, un altro cantiere navale e, da qui, stanno raggiungendo in corteo la prefettura di Ancona, al centro della città capoluogo, dove è in programma un sit-in annunciato nei giorni scorsi.
L'ingresso del turno delle 6 alla Fincantieri si è svolto con regolarità, anche perché l'azienda si era organizzata allestendo diversi accessi: davanti al principale c'erano una trentina di lavoratori che non hanno ostacolato in alcun modo i colleghi che entravano. Secondo fonti sindacali, sono diversi i colleghi che oggi non si sono presentati al lavoro.