AGI - Nell'inchiesta condotta dalla procura di Verone nei confronti di Luca Morisi, l'ex social media manager della Lega, "allo stato non risulta coinvolto alcun 'quarto uomo'". Lo rende noto l'avvocato Fabio Pinelli secondo il quale "dagli atti nella legittima disponibilità della difesa risulta sottoposta a indagine solo una ulteriore persona oltre a Morisi".
L'auspicio del penalista è che "tutto possa essere trattato per quello che è: un fatto che attiene alla vita privata dell'interessato". Morisi è pronto a chiarire tutto con i magistrati della procura di Verona, aggiunge Pinelli che, in una nota, "conferma di aver già manifestato all'autorità giudiziaria la piena disponibilità del suo assistito a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ribadendo la piena convinzione della irrilevanza penale della condotta di Morisi, il quale non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti".
"Non c'è nessun secondo indagato, quanto meno allo stato attuale" ha detto all'AGI, smentendo quindi le notizie relative a una seconda persona indagata nell'inchiesta, la procuratrice capo di Verona Angela Barbaglio. Nessuna certezza ancora sulla natura di quella non meglio specificata 'droga liquida' per la quale "sarà necessario attendere ancora un po' per avere il risultato delle analisi".
Intanto Matteo Salvini spiega di non avere sentito Luca Morisi in queste ore. "Io del vostro guardonismo sono stufo", ribatte il leader della Lega in risposta alle domande dei giornalisti al riguardo. "L'attacco nei confronti della Lega è indegno di un Paese civile. La vita privata non mi permetto di giudicarla. Ho mai giudicato il figlio di Beppe Grillo, indagato per stupro? Non mi permetto. Non giudico l'arresto dei genitori di Renzi. I problemi privati di figli, cugini e nipoti". "Condanno e condanneroò ogni utilizzo di sostanze stupefacenti. Giudico folle ogni parlamentare, cantante o vip che invita a liberalizzare la droga ma chi consuma va aiutato, perché ha dei problemi", aggiunge il leader della Lega.