AGI - Davanti alla platea dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Mario Draghi lancia un appello per il rilancio del multilateralismo in politica estera e per la tutela dei diritti fondamentali, "a partire dalle donne afghane", e denuncia le "differenze drammatiche nella diffusione dei vaccini" anti Covid nel mondo, emergenza che si interseca con quella alimentare e climatica.
"Da qualche tempo assistiamo a un progressivo indebolimento del multilateralismo, che ha garantito pace, sicurezza e prosperità a partire dal Dopoguerra", afferma il presidente del Consiglio nel suo intervento all'Onu. "Gli ultimi mesi ci hanno però posto davanti a problemi che non possiamo risolvere da soli. Penso alla pandemia, e al rischio di nuove e pericolose varianti del virus. Al cambiamento climatico e alla difesa della biodiversità. Alla ripresa economica e alla lotta alle diseguaglianze e all'insicurezza alimentare. Alla risoluzione dei conflitti e al contrasto al terrorismo. Questi temi sono al centro dell'Assemblea Generale e dell'agenda del nostro governo. Sono anche il cuore della presidenza italiana del G20, per cui abbiamo scelto il motto 'People, Planet and Prosperity'. Dobbiamo rilanciare il multilateralismo, e renderlo efficace per affrontare le sfide del nostro tempo".
“A più di un anno e mezzo dall'inizio della crisi sanitaria possiamo pensare al futuro con maggiore ottimismo. La campagna di vaccinazione ci ha restituito fiducia nella nostra capacità di conquistare una nuova normalità” ma "la pandemia non è finita e anche quando lo sarà avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze”, afferma poi Draghi puntando l’indice contro “le differenze drammatiche nella diffusione dei vaccini". “Nei Paesi ad alto reddito, più del 65% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Nei Paesi più poveri, solo il 2%. Queste disparità sono moralmente inaccettabili: meno vaccinazioni equivalgono a più morti".
"La pandemia – ricorda - ha reso tutte le preoccupazioni riguardanti i sistemi alimentari ancora più urgenti. Condizioni meteorologiche estreme e interruzioni degli approvvigionamenti hanno contribuito all'aumento dei prezzi degli alimenti. Secondo la Fao, l'anno scorso, più di 2,3 miliardi di persone non hanno avuto accesso a un'alimentazione adeguata con regolarità".
Un’emergenza, quella alimentare, che si interseca a quella climatica: "L'ultimo rapporto Ipcc delle Nazioni Unite ha mostrato come, in assenza di riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, non riusciremo a limitare il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Il numero di disastri naturali legati al clima è quintuplicato dagli anni Sessanta. Gli eventi meteorologici estremi sono destinati a intensificarsi nei prossimi decenni. Le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità indicano che i cambiamenti climatici causano già oggi 150.000 morti all'anno, che potrebbero diventare 250.000 tra il 2030 e il 2050".
"Dobbiamo agire ora, per tutelare il pianeta”, raccomanda Draghi. Ma anche per salvaguardare diritti umani fondamentali, a partire da quelli delle donne afghane: “la composizione del nuovo esecutivo non risponde alle aspettative della comunità internazionale di un governo inclusivo e rappresentativo delle diverse componenti etniche, sociali e religiose. Abbiamo davanti il rischio – avverte - di una catastrofe sociale e civile. Dobbiamo evitare che l'Afghanistan torni ad essere una minaccia per la sicurezza internazionale. Mi riferisco in particolare alla presenza in territorio di gruppi affiliati ad Al-Qaeda e Daesh”. "L'Italia - dice Draghi - ha fiducia nella capacità del sistema delle Nazioni Unite di coordinare la risposta umanitaria internazionale, mobilitando risorse e assicurando un intervento rapido e coerente. Ringrazio il segretario generale per aver organizzato il 13 settembre scorso la 'pledging conference' di Ginevra, in cui i Paesi si sono impegnati a stanziare circa 1,2 miliardi di dollari in aiuti umanitari per l'Afghanistan. Il vertice straordinario del G20 dovrà dare massimo sostegno a questi obiettivi".
"Sosteniamo sul piano multilaterale, bilaterale e all'interno dell'Unione Europea, il processo di transizione in Libia per una soluzione sostenibile e inclusiva della crisi - aggiunge poi -. L'obiettivo è completare il percorso tracciato dagli stessi libici per rinnovare il quadro istituzionale nazionale, in modo unitario, senza interferenze esterne e sotto l'egida dell'Onu. La comunità internazionale deve lavorare insieme alle istituzioni e al popolo libici per superare lo stallo attuale. Dobbiamo garantire lo svolgimento delle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre e la piena attuazione del cessate il fuoco".
Draghi conferma “convintamente” l’ impegno italiano nell'ambito delle Nazioni Unite, ricordando come il nostro Paese sia il primo contributore di caschi blu tra i Paesi occidentali e il settimo contribuente al bilancio delle operazioni di pace Onu.
Quanto al Consiglio di Sicurezza, “deve poter continuare ad adempiere al proprio ruolo a tutela della pace e della sicurezza internazionale. Sosteniamo la necessità di una riforma condivisa e consensuale del Consiglio, che rafforzi la rappresentanza regionale e garantisca una più equa distribuzione geografica dei seggi attraverso un incremento dei soli membri eletti. Il nostro obiettivo è rendere il Consiglio più rappresentativo, democratico, efficiente, trasparente e responsabile".
Usa-Ue: Biden, impegno nel fondamentale partenariato
Sul fronte dei rapporti Usa-Ue il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan ha assicurato ai vertici dell'Ue che c'è "un impegno del presidente Usa Joe Biden nel partenariato fondamentale tra gli Stati Uniti e l'Unione europea". Negli ultimi due giorni, rende noto la Casa Bianca, Sullivan ha incontrato Bjoern Seibert, capo di gabinetto del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e Frederic Bernard, capo di gabinetto del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Nell'incontro, Sullivan ha anche elogiato l'agenda Usa-Ue per sconfiggere la pandemia globale annunciata al vertice Covid voluto dallo stesso Biden il 22 settembre.