AGI – “La mente” di un progetto criminale “pazzesco”, e l’esecutore materiale del (presunto) omicidio: con l’arresto in Francia di Danish Hasnain prende vigore l’inchiesta sulla scomparsa di Saman Abbas, la 18enne svanita nel nulla a Novellara, nella campagne della Bassa Reggiana, dopo aver detto ‘no’ ad un matrimonio combinato in patria dai genitori.
La Procura di Reggio Emilia accusa lo zio della giovane di averla uccisa e poi di aver seppellito il cadavere con la complicità dei genitori e di altri due cugini. Il 33enne è stato arrestato questa mattina dalla polizia francese in un appartamento nel quartiere Garges les Gonesse, nella periferia nord est di Parigi.
Questa volta nessuna possibilità di fuga. Non ancora latitante era già stato fermato, il 9 maggio scorso a Imperia, direzione Francia, durante un normale controllo di frontiera.
Senza documenti fu invitato a presentarsi il giorno seguente con le carte per l’identificazione. Ma scappò. Braccato dai carabinieri di Reggio Emilia che attraverso le analisi dei contatti social hanno portato le ricerche a Parigi, è stato catturato dagli agenti francesi su mandato di arresto europeo dopo una minuziosa attività di pedinamento.
Nessuna resistenza da parte dell'indagato, solo un ultimo tentativo di sviare gli investigatori fornendo false generalità. Ma un neo sul viso lo ha incastrato e l'identificazione è stata accertata con la comparazione delle impronte digitali.
Nell'appartamento c'erano anche altre persone, forse connazionali, che non si esclude ne possano avere favorito la latitanza. Ora è atteso in Italia: la sua versione - sempre che non si avvalga della facoltà di non rispondere - sarà, probabilmente, messa a confronto con quella di Ijaz Ikram, cugino di Saman già in carcere. La speranza di inquirenti ed investigatori è che possa dare indicazioni utili per il ritrovamento del corpo della giovane.
Ma nulla è scontato. Un uomo violento capace di terrorizzare l’intera famiglia Abbas: è il profilo di Hasnain emerso finora dalle carte dell’inchiesta. Il fratello minorenne di Saman – che vive in una struttura protetta - lo accusa di aver ucciso la sorella strangolandola. Intanto, in attesa di risposte gli inquirenti sono a caccia di altri tre ricercati: un secondo cugino – si presume latitante in Europa – ed i genitori della 18enne che fuggiti in Pakistan.
“Dagli accertamenti che abbiamo fatto ritengo che fosse sicuramente la mente di questo progetto criminoso pazzesco”. L’arresto di Hasnain “è fondamentale perché ci consente di poter avere una versione dei fatti
e delle eventuali indicazioni in merito a dove si trova il corpo di Saman. E avendo già un altro indagato in carcere potremmo anche mettere a confronto le due versioni dei fatti”: sono le parole del
procuratore capo reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi.
Nell'appartamento delle periferia di Parigi dove questa mattina è stato arrestato lo zio di Saman, “c’erano delle persone verosimilmente dei connazionali, quindi aveva anche una capacità di copertura importante in quella città”. Un elemento che “ha reso difficile il suo rintraccio”: ha spiegato il colonnello Andrea Milani, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia. “Al momento non risulta che abbia posto resistenza”.
L’uomo “è uno degli elementi centrali dell’inchiesta in quanto - ha concluso Milani - ritenuto promotore e autore di questo delitto. Non è stato semplice arrivare a lui. Ha già dimostrato, al momento dell’arresto dell’altro cugino, di sapersi sottrarre ai controlli di polizia”.
Vane fino ad ora le ricerche del corpo della ragazza
Si è scavato in vari punti del terreno, cercato in serre, pozzi e porcilaie, anche con l'aiuto dei cani piu' addestrati messi a disposizione dalla polizia tedesca del land della Baviera: sono state usate tutte le ultime tecnologie, compresi due archeologi volontari.
Ora invece le indagini dei militari dell'Arma sono diventate più 'tecniche' mentre si attendono risposte delle autorita' del Pakistan dopo la richiesta di estradizione inoltrata per poter consegnare alla giustizia italiana i familiari ancora latitanti.
Il ministero della Giustizia ha disposto l'inserimento dei nomi del padre e della madre di Saman nella banca dati Interpol, cosa che equivale a una richiesta di arresto, ovunque siano. Una volta che i due saranno localizzati o arrestati dalle autorita' di polizia locali, il ministero inoltrera' la domanda di estradizione.
Testimone coraggioso contro la famiglia, il fratello 16enne di Saman, che ha confermato la sua testimonianza anche nel corso dell'incidente probatorio del 18 giugno scorso. Il minore ha confermato davanti al gip quanto aveva gia' riferito agli inquirenti in precedenza: ovvero che a uccidere la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain.
Il fratello della ragazza scomparsa è stato affidato a una struttura protetta per il pericolo di ritorsioni. Recentemente, la Regione Emilia Romagna, tramite la Fondazione Vittime dei Reati, ha deciso di sostenerlo economicamente visto il difficile futuro che dovra' affrontare senza l'appoggio dei familiari. "Un ragazzo - ha sottolineato la Regione - che ha reso una testimonianza fondamentale per le indagini, ribellandosi all'omertà familiare".
L'audizione, resa davanti al gip, e' stata finalizzata a cristallizzare le dichiarazioni del minore considerato un testimone 'chiave' e affidabile dalla Procura. Estradato il 9 giugno scorso dalla Francia dove e' stato arrestato, il cugino invece di Saman Abbaas, Ikram Ijaz, gia' interrogato due volte dagli inquirenti: nell'interrogatorio di garanzia, davanti al gip Luca Ramponi, presente anche un interprete di lingua 'punjabi'- si e' avvalso della facolta' di non rispondere. Ha rilasciato solo dichiarazioni spontanee negando il suo coinvolgimento nella scomparsa della ragazza e dicendosi pronto a chiarire i fatti, e a fornire indicazioni sui suoi propri spostamenti.
Nei giorni precedenti l'interrogatorio era emerso un filmato che mostrava il giovane assieme ad altri parenti mentre si dirigeva con una pala verso i campi dove - sospettano gli inquirenti - potrebbe essere nascosto il cadavere di Saman. A non voler credere alla morte della giovane, resta solo il fidanzato: "Ho ancora la speranza che Saman sia viva", ha detto prima di essere sentito come teste in tribunale il 23 luglio scorso.