AGI - Mentre il medico legale dell’Università di Catanzaro, Isabella Aquila, effettua l’autopsia sul corpo di Simona Cavallaro, la ventenne uccisa da un branco di cani in un’area pic-nic di Satriano, nel Catanzarese, il nome del pastore che utilizzava i cani per gestire il gregge è finito sul registro degli indagati. L’ipotesi dell’accusa è quella di omicidio colposo. Si tratta di un atto necessario, giunto solo nelle ultime ore per consentire agli investigatori di completare gli accertamenti su quanto accaduto poco prima d'iniziare l’esame autoptico a cui potranno partecipare i consulenti della difesa.
Le indagini dei carabinieri
Da quando è avvenuta la tragedia, i carabinieri della Compagnia di Soverato, guidati dal tenente Luca Palladino, non si sono mai fermati, consapevoli della necessità di raccogliere gli elementi utili all’inchiesta, ma anche per evitare che possano verificarsi altri episodi analoghi. In due giorni, con l’ausilio dell’Azienda sanitaria provinciale, sono stati accalappiati dodici cani maremmani e meticci nella zona di Monte Fiorino. Secondo quanto apprende l’AGI, molti sono sporchi di sangue e saranno i rilievi scientifici a ricostruire quanto accaduto nell’aggressione. Gli esperti hanno prelevato, infatti, alcuni campioni di peli per identificare con certezza gli animali che hanno effettivamente aggredito la ragazza. Nel frattempo è stato deciso di chiudere l’area ristoro sia per ragioni di sicurezza che per facilitare il lavoro investigativo.
Nel fascicolo aperto dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, è compresa anche la ricostruzione di quei delicati momenti. Sono stati attimi concitati, nei quali Simona Cavallaro e l’amico che si trovava con lei hanno dovuto prendere una decisione in pochi istanti. Lui ha pensato di correre verso un capanno, lei verso l’auto con la quale avevano raggiunto la zona. Una scelta istintiva, dettata dalla paura. Il giovane che si trovava con la vittima, anch’egli un ventenne, ha fornito una serie di elementi agli inquirenti, nonostante sia in stato di shock.
Una ricostruzione ancora parziale
Prima il passaggio del gregge, quindi la paura alla vista del branco di cani, almeno una decina, ma quelli accalappiati sono già dodici. Il giovane ha iniziato a correre verso quel capanno, urlando ripetutamente il nome di Simona e invitandola a seguirlo. Lei, invece, terrorizzata, ha cercato probabilmente di raggiungere l’auto non molto distante. Dalle immagini confuse di quegli attimi, pare che la ragazza sia stata prima accerchiata, quindi aggredita appena ripresa la fuga. Ovviamente sono tutti racconti poco lucidi, visto il terrore che si è vissuto in quei momenti e su cui i carabinieri puntano a fare chiarezza.
Nel frattempo, la città di Soverato, dove viveva la ragazza, è attonita. Un intero paese in lutto. Il padre della giovane, un gioielliere molto noto, ha espresso tutto il proprio dolore in un post sui social: “La mia amata figlia Simona è venuta a mancare su questa vita terrena, il mio dolore è immenso come se avessero esportato metà del mio corpo. Simona, pura come l’acqua di fonte, solare come l’alba e il tramonto, sorridente e scherzosa come una bambina". Sul profilo tanti ricordi, compreso il post in cui si dice “orgoglioso” per il diploma dei figli gemelli ottenuto un anno e mezzo fa. Il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, ha evidenziato: “Per un dolore di questo tipo non esistono parole di conforto adeguate”, quindi ha proclamato il lutto cittadino durante il giorno in cui si terranno le esequie, mentre ieri ha vietato qualsiasi attività musicale sul territorio comunale, anche durante la notte.