AGI - Ballottaggio, vaccino, rifiuti e trasporti. Sono le quattro parole chiave, come il numero dei candidati che si contendono il passaggio al secondo turno, che caratterizzano l'alfabeto dell'insolita campagna elettorale per il Campidoglio, giocata tra social e tv all'ombra di un estate rovente in attesa dello sprint finale a settembre, con il voto fissato per il 3 e 4 ottobre. Un altro vocabolo, periferie, finora fatica ad emergere. Perchè le elezioni a Roma, dati alla mano, si vincono conquistando i voti di alcuni dei territori più popolosi e disagiati dove non esistono più feudi elettorali intoccabili e il consenso si polarizza più facilmente.
A 50 giorni dalle urne Virginia Raggi, Carlo Calenda, Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti vedono ormai definita la grammatica di questa contesa elettorale. Dove il calcolo e le possibili alleanze potrebbero spostare gli equilibri. I sondaggi finora vedono in testa il candidato del centrodestra, Michetti, candidato dal voto di lista piu' che dalle sue uscite, che finora hanno lasciato perplessi alleati ed elettori. L'avvocato, che corre come civico, è apparso digiuno di politica e meno preparato rispetto ai suoi sfidanti. Ad inseguirlo Gualtieri, l'ex ministro dell'Economia corre per il centrosinistra e, se approdasse al ballottaggio potrebbe puntare ad ampliare il suo consenso facendo un appello al voto contro le destre rivolto a chi al primo turno avrà sostenuto Raggi e Calenda.
Ma se il leader di Azione riuscisse a strappare un'affermazione personale - drenando voti a sinistra e a destra - potrebbe arrivare lui al secondo turno o favorire un approdo al ballottaggio della sindaca M5s. Insomma, una partita che si giocherà sul filo dei voti, senza un vincitore annunciato. Tra i temi principali che hanno visto gli sfidanti disputare tra di loro trasporti e rifiuti, due delle principali incompiute cittadine, con servizi pubblici non all'altezza degli standard di una capitale europea. L'ordinaria amministrazione dei servizi resta deficitaria, tra un ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti non autosufficiente (perche' con pochi impianti) e una rete di metropolitane ridotta, alla quale negli ultimi cinque anni non si è aggiunto un solo chilometro.
E poi, andando oltre le problematiche cittadine, la disputa tra i candidati si è infiammata sulla vaccinazione contro il Covid. Se Gualtieri e Calenda hanno ripetutamente invitato i romani a vaccinarsi per far crescere il numero delle persone immunizzate, Michetti e Raggi non hanno fatto altrettanto. Il primo si è vaccinato ma ha sempre detto di considerare prevalente la libertà di scelta dei singoli, mentre la sindaca non si è ancora sottoposta al siero sostenendo di avere gli anticorpi alti dopo aver contratto il virus nell'autunno 2020 e ha detto che ognuno deve seguire le indicazioni del proprio medico.
Uno scontro che vede i due ex ministri accusare i rivali di strizzare gli occhi alle posizioni no-vax a fini elettorali. Il filo conduttore della campagna appare tracciato. Forse una maggiore presenza a settembre dei leader nazionali potrà aggiungere altri vocaboli al dizionario della corsa per il Campidoglio.