AGI - La Campania da anni è territorio di coltivazioni illegali di cannabis indica, il cui prodotto essiccato è destinato ad alimentare i canali di approvvigionamento dei pusher. Ci sono quelle sterminate nascoste tra i boschi dei monti Lattari, e quelle piccole e 'casalinghe' in garage e sottotetti, con le piante in vaso. Ma il business è redditizio e fa gola, portando anche insospettabili a coltivare la pianta da cui si ottiene la marijuana.
Tra Salernitano e Napoletano, oggi, le ultime piantagioni scoperte, questa volta tra frutteti e campi di mais.
I carabinieri della stazione di Varcaturo hanno arrestato per coltivazione e detenzione di droga a fini di spaccio un 79enne incensurato di Giugliano, che in un terreno di circa 8 ettari, tra i filari di un frutteto da lui coltivato per conto di una società milanese, si prendeva cura anche di 16 piante di cannabis alte tra i 3 e i 4 metri; 85 chili di 'erba' irrigata con un sistema a pioggia che, essiccata, avrebbe certamente fruttato molto denaro ai pusher.
L’uomo è ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida del fermo.
I finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno poi arrestato un 30enne di Agropoli pure per coltivazione di droga ai fini di spaccio. Nel corso di un pattugliamento lungo il fiume Solofrana, all’interno di un fondo agricolo privato, tra la fitta vegetazione di piante di mais, i baschi verdi hanno notato un tubo per l’irrigazione lungo oltre 100 metri, collegato a un rubinetto esterno a un casolare. Insospettiti dalla presenza del tubo di gomma, hanno fatto irruzione nel terreno, dove sono state scoperte 38 piante di marijuana, in ottimo stato di maturazione, alte sino a 2 metri.
Le successive ndagini hanno individuato l'uomo con precedenti legate allo spaccio di droghe come responsabile di quella coltivazione. Una perquisizione della sua abitazione ha permesso di trovare due manuali con le istruzioni d’uso relative alla coltivazione di marijuana 'fai da te'. Il 30enne è si domiciliari, misura cautelare personale poi confermata dal gip in giudizio direttissimo, nell’attesa del rito abbreviato previsto per settembre. Le piante sequestrate avrebbero permesso una produzione di almeno 1,5 chili di fioritura pronta per essere fumata con un giro d’affari stimato di circa 20 mila euro, sottratta alle piazze di spaccio del Cilento.