AGI - "La vicinanza ad Eitan si sente giorno dopo giorno: il piccolo ancora oggi sta seguendo un lungo percorso di riabilitazione psico fisica, sta meglio ma la strada è ancora molto lunga". Quando questa mattina il Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Torino Ariel Di Porto, ospite del Comune di Verbania, commentava in questo modo la situazione del piccolo superstite della tragedia della funivia del Mottarone, in Italia non si era ancora diffusa l’eco della clamorosa presa di posizione di Gali Peri, zia materna del bambino, che, parlando con la stampa a Tel Aviv tramite l’avvocato Ronen Dlayahu ha attaccato duramente l’altra zia, sorella del papà di Eitan, Aya Biran Nirko alla quale Eitan è stato affidato. Parole pesanti: secondo il legale "Eitan è in ostaggio".
Per il ramo israeliano dei parenti di Eitan al bambino è stato impedito di avere “un legame stabile e coerente con noi, hanno preso il controllo del suo corpo, della sua mente e della sua anima, esattamente così, per tenerlo in Italia". Una tesi respinta in modo deciso dagli avvocati. I legali della tutrice, Cristina Pagni, Massimo Sana e Armando Simbari, si dicono “sbalorditi per queste surreali dichiarazioni, decisamente inaspettate e fuori contesto. La nomina della Dottoressa Biran Nirko a tutrice di Eitan è stata disposta e confermata dai giudici tutelari competenti. La tutrice si confronta, per quanto dovuto e necessario, con il giudice tutelare per il solo bene di Eitan. Non si comprende sinceramente il perchè di tanta acrimonia e falsità".
L’avvocato Armando Simbari, in tutte le occasioni in cui è stato presente a Verbania ai vari passaggi del procedimento in corso, aveva sempre sottolineato come, pur nella difficoltà del percorso psicologico del bambino, Eitan fosse complessivamente in buone condizioni. “Eitan – aveva detto lo scorso 22 luglio all’apertura dell’incidente probatorio – è seguito costantemente dalla zie e dai familiari e sta meglio. E’ giusto – aveva aggiunto – che la sua famiglia si occupi di lui mentre noi ci occupiamo degli aspetti tecnici di questa vicenda”.
Con le dichiarazioni di oggi dei parenti israeliani si apre una contesa legale che si annuncia senza esclusione di colpi. Dopo aver perso nel disastro il padre, la madre, il fratellino di due anni e due nonni, adesso Eitan si trova al centro di una battaglia che, viste le premesse, sarà aspra.