AGI - "Non c'è ancora una stima dei danni. Sarà impossibile calcolare quelli al patrimonio ambientale della Sardegna. A mio avviso, sono inestimabili". L'assessore regionale all'Ambiente, Gianni Lampis, traccia un primo bilancio del disastro di fuoco che si è abbattuto da venerdì sera, 23 luglio, sull'Oristanese, dove, dopo 3 giorni, 8 Canadair e gli elicotteri della flotta antincendi regionale non sono riusciti ancora ad avere del tutto ragione del fuoco, complici vento variabile e alte temperature. Il bilancio provvisorio resta di 20 mila ettari percorsi dalle fiamme e ci sono ancora focolai che potrebbero riprendere. Sulle cause, al momento non ci sono evidenze che ci sia la mano degli incendiari.
La versione della Regione
"Le condizioni meteoclimatiche non consentivano di gestire in modo ordinario un evento eccezionale di questo tipo", sostiene l'assessore all'Ambiente. "Non era questione di fasce parafuoco e cunette sfalciate, attività peraltro previste da una delibera regionale adottata lo scorso aprile, ben prima dell'inizio della campagna antincendio, e che vanno fatte. Quelle condizioni erano ingestibili. Certi luoghi erano inaccessibili alle squadre a terra, anche per le elevatissime temperature".
"Ora viene il momento di quantificare i danni e di programmare una ripresa", ribadisce il presidente della Regione, Christian Solinas, nel giorno in cui il disastro è all'attenzione del Consiglio regionale. "Chi ha perso tutto ha bisogno, in tempi rapidi e con minor burocrazia possibile, di poter ripartire".
L'emergenza è ancora in corso
"Ancora la fase d'emergenza non è conclusa", ha confermato Lampis, mentre il presidente Solinas, faceva il punto della situazione, a Cagliari, col capo della Protezione civile nazionale. "Riporterò tutto al presidente del Consiglio, che sin dai primi momento ha seguito con grande attenzione le attività che venivano svolte nel territorio", ha dichiarato Fabrizio Curcio, dopo la riunione, "Ha colpito la comunità sarda, ma è anche un evento d'interesse nazionale. L'attenzione del governo è massima". "Oggi c'è una situazione migliore per la parte d'incendio che ha interessato l'Oristanese, ma ci attenderanno ancora giornate complicate. Ora c'è un po' di tregua ma da domani il vento riprenderà", ha avvertito Curcio, che ha poi dato atto "dell'ottima organizzazione della Regione. Il fatto che siano state fatte delle evacuazioni preventive e che nessuno si sia fatto male è un successo che dobbiamo sottolineare".
Quanto alle origini del rogo, su cui sono in corso indagini, il capo della Protezione civile ha detto: "Non ho evidenza che lo sia, ma se la mano su una cosa del genere fosse dolosa, sarebbe un'azione criminale".
La vicinanza di Mattarella e Casellati
Al presidente della Regione è arrivata anche la vicinanza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che gli ha telefonato, e della presidente del Senato, Elisabetta Casellati. "Vorrei dedicare un pensiero commosso e manifestare la mia vicinanza alla Sardegna che sta vivendo una terribile tragedia, una ferita al cuore di tutti gli italiani", ha dichiarato Casellati, in occasione della Cerimonia del Ventaglio, il tradizionale incontro con la stampa Parlamentare. "Una tragedia che ha spazzato via anni di lavoro, di sacrifici e perfino la storia e l'identità di quei luoghi. Non vi lasceremo soli".
Rientrati gli ultimi sfollati
Sono rientrati a Cuglieri (Oristano) gli anziani ospiti della casa di riposo colonia montana, sfollati nella tarda serata di sabato scorso a causa del grande incendio che minacciava l'abitato. Sono 35 persone, alle quali si devono aggiungere due suore e altrettanti assistenti, che avevano trovato sistemazione a Bosa, prima in un istituto scolastico e poi nei locali della curia di Alghero Bosa.
La disperazione delle comunità colpite
"In questi giorni il fuoco ci ha bruciato l'anima: ci sentiamo scorati di fronte a questo fenomeno più grande di noi, che è ancora in atto, anche se sotto controllo e per il quale ogni minuto, ogni cambio di vento, determina una grande preoccupazione nella nostra popolazione". Il sindaco di Santu Lussurgiu, Diego Loi, parla dai banchi dei Progressisti in Consiglio regionale, e non nasconde il suo dolore, incontenibile, per la devastazione subita dal suo paese e da quelli vicini a causa dell'incendio degli ultimi giorni nell'Oristanese.
"Nelle nostre orecchie risuona costantemente il rumore di elicotteri e Canadair e quello degli alberi e gli arbusti che scricchiolavano mentre il fuoco li divorava". La memoria è corsa alla devastazione dell'incendio del 1994, ma per chi lo ricorda - dice Loi - "la portata di quanto accaduto ora non è assolutamente paragonabile".
L'allarme inascoltato
"Su questo territorio formato da diverse centinaia di ettari di bosco, insiste uno stato di abbandono e d'incuria che ha trasformato la montagna in una bomba a orologeria". Parole come pietre, che ora suonano profetiche, quelle scritte da un Comitato spontaneo del Montiferru in una lettera inviata il 7 giugno scorso al sindaco di Cuglieri, Giovanni Panichi, uno dei comuni dell'Oristanese più colpiti dal pauroso incendio."La vegetazione abbandonata a se stessa, a causa della mancanza di politiche di forestazione, di piani di prevenzione e della pianificazione di tagli controllati, in numerosi punti è diventata talmente fitta e impenetrabile da rappresentare un pericoloso deposito di combustibile alla mercè di qualsiasi piromane che può svegliarsi la mattina e decidere di appiccare un incendio senza lasciare nessuna possibilità di spegnerlo fino a quando non si sarà consumato l'ultimo albero. È possibile che ognuno di voi, dirigenti, politici, si sia dimenticato il disastro del 1994?", si leggeva nella missiva, resa nota soltanto domenica scorsa,e indirizzata anche all'assessore comunale all'Ambiente di Cuglieri e ai comandanti della stazione Forestale e dei vigili del fuoco
. "Si', l'avevo ricevuta", conferma il sindaco Panichi all'AGI, raggiunto al telefono nel mezzo di una delle tante riunioni operative di questi giorni frenetici. "Come amministrazione comunale, noi abbiamo provveduto, abbiamo fatto tutto quanto era di nostra competenza, inclusa la pulizia delle cunette stradali. Tutto il resto non spetta al Comune e abbiamo girato la lettera, per quanto anonima, alla Regione e alla Provincia di Oristano. Tramite Pec".
Gara di solidarietà
Intanto, si moltiplicano le iniziative di solidarietà. La Dinamo Banco di Sardegna e la Fondazione Dinamo, affiancati da Geppi Cucciari ed Elisabetta Canalis, madrine del club, hanno avviato una raccolta fondi, così come Confindustria del Centro Nord Sardegna e il comune di Cuglieri. Per domenica 1 agosto, invece, la diocesi di Tempio Ampurias, che ha già aperto un fondo di solidarietà, ha organizzato nelle proprie parrocchie una questua per alimentarlo. Il Club dei Camperisti sardi devolverà ai paesi colpiti 10 mila euro.
In molti comuni dell'isola sono in corso raccolte di foraggio e altri materiali utili agli allevatori e agricoltori duramente colpiti dagli incendi. Secondo Coldiretti Sardegna, sono oltre un centinaio le aziende danneggiate, che hanno perso greggi, mucche, cavalli, asini e migliaia di api.
I costi della campagna antincendi
In Sardegna la campagna antincendi è costata nel 2020 alla Regione circa 30 milioni di euro. Fra il 15 maggio e il 20 ottobre del primo anno della pandemia l'apparato schierato a protezione dell'ambiente dell'isola ha fatto fronte a una media di 17 interventi al giorno, secondo dati forniti dall'assessorato all'Ambiente a conclusione della campagna 2020.
Del sistema fanno parte il Corpo forestale regionale, gli uomini dell'agenzia Forestas, volontari e compagnie barracellari (la polizia rurale sarda), oltre ai vigili del fuoco. La Regione quantifica in 7.500 il numero di operatori dell'antincendio impegnati quest'anno.
L'anno scorso il 75% degli incendi scoppiati in Sardegna è risultato di origine dolosa. La Regione schiera ogni estate una flotta di 11 elicotteri, oltre a un Superpuma, di stanza a Fenosu (Oristano). Quest'anno sono a disposizione della Sardegna anche un elicottero dell'Esercito, con base a Cagliari Elmas, e tre Canadair della Protezione civile nazionale di stanza all'aeroporto di Olbia.
Il 28 luglio Giornata regionale vittime
Il vasto incendio di questi giorni non ha aggiunto nuovi nomi alla lista delle vittime delle fiamme, di cui domani si onora la memoria. Il 28 luglio in Sardegna si celebra la Giornata regionale in ricordo di coloro hanno perso la vita a causa del fuoco, istituita con una legge regionale del 2011: fra il 1945 e il 2013 nell'isola sono rimaste uccise 67 persone e altre 17 sono rimaste gravemente ferite. Fra loro le 9 vittime e i sei gravemente ustionati (su un totale di 15 feriti) il 28 luglio 1983, mentre cercavano di domare il rogo di Curraggia, la collina vicino a Tempio Pausania diventata tristemente famosa per quell'episodio. Quella è la data di una delle pagine più terribili della storia degli incendi in Sardegna.