AGI - Otto autisti dell'Amat, l'azienda di trasporto pubblico del Comune di Taranto, sono indagati per violenza sessuale aggravata ai danni di una ragazza disabile di 20 anni. Gli autisti hanno un'età compresa tra i 40 e i 62 anni. La ragazza, quando aveva 14 anni, fu vittima di violenza sessuale da parte di un vicino di casa (condannato in via definitiva).
I conducenti dei mezzi pubblici sono accusati di violenza sessuale con le aggravanti di aver agito su persona sottoposta a limitazioni della libertà personale (perché quasi sempre luogo delle violenze erano bus di linea ai quali i guidatori chiudevano le portiere per impedire alla vittima di scendere) e per aver commesso il fatto nella veste di incaricati di pubblico servizio.
Nei loro confronti la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari ma il gip, Francesco Maccagnano, ha ritenuto sufficiente il divieto di avvicinamento alla ragazza e al suo fidanzato, che a giugno 2020 l'ha convinta a sporgere la denuncia ai Carabinieri. Nelle oltre 100 pagine dell'ordinanza del gip, si parla di "condotte violente e minacciose" degli autisti, riferite dalla ragazza agli investigatori e a due psicologhe. Gli autisti erano da soli con la ragazza sui mezzi pubblici e approfittando della sua "fragilità", l'hanno resa, scrive il gip, "strumento di soddisfazione e godimento per le loro voglie sessuali".
"Amat Spa prenderà tutti i provvedimenti necessari alla propria tutela, continuando ad assicurare il regolare prosieguo delle proprie attività" fa sapere l'azienda dei trasporti pubblici urbani del Comune di Taranto. Amat sostiene di aver appreso dai media delle "gravissime condotte che vedrebbero coinvolti alcuni autisti". "I fatti rappresentati lasciano sgomenti, aggravati dal fatto che sarebbero stati posti in essere durante il servizio pubblico, che, invece, è esercitato quotidianamente dai tanti dipendenti che assicurano il massimo impegno con serietà e senso del dovere" aggiunge Amat.