AGI - Dopo mesi di didattica a distanza si registra un calo del livello di apprendimento degli studenti delle scuole medie e superiori in italiano e matematica. E' questo il quadro che emerge dagli esiti delle prove Invalsi 2021, confrontandoli con quelli pre-pandemia del 2019.
"Sia nella scuola secondaria di primo grado - si legge nel rapporto Invalsi - sia nella scuola secondaria di secondo grado, rispetto al 2019, i risultati del 2021 di italiano e matematica sono più bassi, mentre quelli di inglese (listening e reading) sono stabili".
Il peso del contesto socio-culturale
In entrambi i cicli in tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Si ampliano anche i divari territoriali, tra le regioni del Centro-Nord e quelle del Mezzogiorno.
Per il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, "i dati Invalsi ci dicono che la pandemia ha esasperato le differenze. Ha colpito là dove c'erano più difficoltà. I dati - ha osservato - devono servire anche alle singole scuole per avere un grande quadro di collocamento nel contesto nazionale. Ci consegnano un quadro che avevamo già chiaro. Prima della pandemia avevamo una scuola che purtroppo era lo specchio del Paese. Ci siamo negati la verità per tanto tempo, il nostro è un Paese diviso. Il primo mandato che abbiamo per il rilancio è proprio quello della ricucitura. Quando si parla di scuola nazionale, si fa riferimento - ha ribadito - a una scuola che dia a tutti le stesse possibilità".
L'unità nazionale riparte dalla scuola
Quindi per il ministro Bianchi, quando si parla di ricostruire una unità nazionale "non si può che ripartire dalla scuola, perché il dato più duro di tutti è che il punto di partenza prima della pandemia era già esasperante".
Bianchi ha infine detto che tra tutti i dati del rapporto Invalsi quello che lo ha fatto riflettere di più è che gli studenti più colpiti "non sono quelli che erano in difficoltà già prima della pandemia, ma quelli che all'interno delle categorie più difficili avevano fatto lo sforzo maggiore per muoversi in avanti".
Alle superiori il 44% ha lacune in italiano e il 51% in matematica
La pandemia ha impoverito le conoscenze in italiano e in matematica degli studenti delle scuole superiori. Il 44% dei ragazzi ha difficoltà in italiano e il 51% in matematica. Restano invariati i livelli di apprendimento dell'inglese: a non raggiungere buoni risultati nel reading è il 51% e il 63% nel listening.
"Il calo a livello nazionale - viene sottolineato nel rapporto - che si riscontra, rispetto al 2019, è di 10 punti in italiano, e di 10 punti in matematica".
Le differenze tra le regioni
Forti le differenze tra le regioni. In molte del Mezzogiorno oltre la metà degli studenti non raggiunge nemmeno la soglia minima di competenze in italiano: in Campania e in Calabria il 64%, in Puglia il 59%, in Sicilia il 57%, in Sardegna il 53%, in Abruzzo il 50%. Per quanto riguarda la matematica, le percentuali di studenti sotto il livello minimo di competenza crescono ancora: in Campania il 73%, in Calabria e Sicilia il 70%, in Puglia il 69%, in Sardegna il 63%, in Abruzzo il 61%, in Basilicata il 59%, nel Lazio il 56%, in Umbria il 52%, nelle Marche il 51%.
In alcune regioni emergono dati preoccupanti anche per l'inglese. Sono molto alte le percentuali di allievi che non raggiungono il traguardo previsto al termine dell’ultimo anno delle superiori sia per l'inglese-reading (Campania 68%, Puglia e Calabria 67%, Sicilia 66%, Sardegna 63%, Basilicata e Abruzzo 61%, Umbria 56%, Lazio 55%) che per l'inglese-listening (Calabria 82%, Campania 81%, Sicilia 80%, Basilicata 80%, Puglia 78%, Abruzzo 76%, Sardegna 71%, Umbria e Molise 67%, Lazio 65%, Marche 61%, Toscana 59%, Liguria e Piemonte 54%, Emilia-Romagna 53%, Veneto 51%).
Alle medie il 39% non sa italiano e il 45% matematica
Il 39% degli studenti delle scuole medie, nel 2021, non ha raggiunto risultati adeguati in italiano e il 45% in matematica. E' quanto emerge dal rapporto nazionale Invalsi 2021, che ha confrontato i risultati delle prove di quest'anno con quelli del 2019, quando non era ancora scoppiata la pandemia. Restano, invece, stabili i risultati in inglese: nel reading il 24% non raggiunge livelli sufficienti, mentre nel listening la percentuale sale al 41%.
Ad ampliarsi sono i divari territoriali: in alcune regioni del Mezzogiorno (in particolare Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) si riscontra un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, che raggiunge il 50% e oltre della popolazione scolastica in italiano, il 60% in matematica, il 30-40% in inglese-reading e il 55-60% in inglese-listening.
Alle elementari l'apprendimento resta buono nonostante la dad
La pandemia e la didattica a distanza sembrano non aver inciso particolarmente sui livelli di apprendimento degli alunni delle scuole elementari.
Secondo i dati del rapporto Invalsi 2021, la scuola primaria è riuscita a garantire risultati analoghi a quelli riscontrati nel 2019. Per quanto riguarda l'italiano, al termine della seconda e quinta elementare vengono riscontrati livelli di apprendimento molto simili all’interno in tutto il Paese con un leggero incremento degli allievi che si trovano nei livelli più alti di risultato. Per matematica, invece, si osserva un leggero calo del risultato medio complessivo rispetto al 2019 e una piccola riduzione del numero degli allievi che raggiungono risultati buoni o molto buoni.
Bene l'inglese
Restano buoni i risultati d’inglese. Il 92% degli alunni di quinta elementare raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e l’82% nella prova di ascolto (listening). Al nord e al centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al sud circa l’85%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono l’87% al nord e al centro, mentre circa il 77% al sud.
Già a partire dal ciclo primario, in italiano, in inglese e ancora di più in matematica si riscontra - rileva il rapporto - una differenza dei risultati tra scuole e tra classi nelle regioni meridionali. Ciò significa che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.
Con pandemia aumentata dispersione scolastica implicita
La pandemia potrebbe aver fatto aumentare il fenomeno della dispersione scolastica implicita. Nel 2019 si attestava al 7%, mentre nel 2021 è arrivata al 9,5%.
Per dispersione implicita si fa riferimento a quegli studenti che non sono dispersi in senso formale, ma escono dalla scuola senza le competenze fondamentali, quindi a forte rischio di avere prospettive di inserimento nella società non molto diverse da quelle di coloro che non terminano la scuola secondaria di secondo grado.
I livelli di percentuale - osserva il rapporto - aumentano in alcune regioni del Mezzogiorno: Calabria 22,4%, Campania 20,1%, Sicilia 16,5%, Puglia 16,2%, Sardegna 15,2%, Basilicata 10,8%, Abruzzo 10,2%.