AGI - "La possibilità di studiare e analizzare grandi volumi di dati sanitari è essenziale per definire misure corrette e attuare policy, strategie e piani di ricerca in ambito medico. La pandemia ha fornito l'ennesima dimostrazione dell'importanza di questo aspetto". A spiegarlo all'AGI è il professor Emanuele Di Angelantonio, docente presso l'Università di Cambridge e neodirettore del Centre for Health Data Science, di Human Technopole, l'istituto per le scienze della vita con sede a Milano.
"L'idea di base che muoverà la mia guida del Centro - aggiunge - sarà proprio quella di realizzare una scienza dei dati, in modo da aiutare la pratica clinica, con lo scopo finale di migliorare la vita e la salute delle persone. L'istituto si propone infatti di comprendere al meglio le malattie, così da poter sviluppare strumenti diagnostici per la previsione, prevenzione e trattamento con terapie mirate di determinate patologie. Tutto questo è possibile solo grazie all'analisi di grandi set di dati, collezionati in maniera routinaria durante diverse pratiche cliniche".
Lo scienziato precisa che le informazioni raccolte e analizzate potrebbero aiutare la ricerca a capire determinanti e fattori primari legati alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura di varie condizioni cliniche. Commentando la diffusione di Covid-19, il docente sottolinea poi la complessità del quadro, ma anche i segnali positivi che caratterizzano l'andamento della pandemia.
"La mia formazione si basa su malattie croniche, non sono un esperto di malattie infettive, ci tengo pertanto a precisare che le mie opinioni derivano dall'esperienza acquisita 'sul campo' in questi ultimi mesi - sostiene Di Angelantonio - la situazione è piuttosto complessa, la variante Delta preoccupa per la sua maggiore infettività, per cui è davvero difficile prevedere cosa succederà, ma le evidenze sembrano suggerire che la vaccinazione stia contrastando efficacemente il virus".
"Credo che la linea adottata dal Governo sia corretta, le graduali riaperture e le continue spinte sulle campagne di vaccinazione rappresentano un'ottima strategia in questo scenario instabile - commenta - l'evoluzione della pandemia dipenderà dal modo in cui riusciremo a immunizzare la popolazione mondiale. Non sappiamo ancora se e quando emergeranno nuove varianti potenzialmente in grado di resistere alla reazione immunitaria suscitata dalle vaccinazioni. Per questo è fondamentale, in questa fase, cercare di frenare il più possibile la diffusione del contagio e ridurre il rischio che si generino mutazioni potenzialmente pericolose".
I vaccini, ribadisce l'esperto, rappresentano infatti uno dei metodi più efficaci per contrastare la pandemia. "Covid-19 - conclude - ci ha insegnato che l'utilizzo di dati sanitari su larga scala è fondamentale per adottare misure di reazione efficaci a minacce sanitarie. Lo sviluppo dei vaccini rappresenta secondo me l'ennesima dimostrazione del modo in cui la scienza può migliorare drasticamente la qualità della vita e la salute delle persone".