AGI - Dopo la Puglia, anche la Calabria vieta il lavoro nei campi nelle ore più calde. Il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, infatti, ha firmato una nuova ordinanza (la numero 44), in materia di igiene e sanità pubblica, inerente all’attività lavorativa nel settore agricolo in condizioni di esposizione prolungata al sole.
"È vietato – è scritto nell’ordinanza – il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle 12.30 alle ore 16 con efficacia immediata e fino al 31 agosto prossimo, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito www.worklimate.it/scelta-mappa/sole attivita-fisica-alta/ riferita a: 'lavoratori esposti al sole' con 'attività fisica intensa' ore 12:00, segnali un livello di rischio 'Alto'".
Nel provvedimento si considera che "l’eccezionale ondata di caldo, caratterizzata da fasi in cui le temperature risultano particolarmente elevate, rendono rischioso lo svolgimento dell’attività lavorativa, soprattutto nei settori per i quali il lavoro viene svolto prevalentemente in ambiente esterno".
Viene inoltre sottolineato che "il lavoro nel settore agricolo è svolto essenzialmente all’aperto, senza possibilità per i lavoratori di ripararsi dal sole e dalla calura nei momenti della giornata caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura".
Si prende anche atto che "il Coordinamento tecnico interregionale della sicurezza nei luoghi di lavoro, d’intesa con l’Ispettorato nazionale del lavoro (Direzione centrale tutela, sicurezza e vigilanza del lavoro) sta predisponendo delle raccomandazioni per i lavoratori esposti a rischi derivanti dall’innalzamento delle temperature, in particolare nei cantieri, in agricoltura e nel florovivaismo".
"Restano salvi – è scritto ancora nell'ordinanza – eventuali provvedimenti sindacali limitati all'ambito territoriale di riferimento".