AGI - La strage delle donne. Nuovo dramma a una manciata di miglia da Lampedusa. Sette i corpi recuperati, tutti di donne, rende noto la procura di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio, che ha aperto un inchiesta contro ignoti per naufragio sull'ultima tragedia dell'immigrazione, avvenuta all'alba, a circa sette miglia dalla terra ferma.
La barca di appena otto metri, con a bordo probabilmente 62 persone, sarebbe partita da Sfax, in Tunisia. E secondo le testimonianze dei 46 superstiti - 29 uomini e 17 donne, tutti di provenienza subsahariana - ci sarebbero altri nove dispersi, molti dei quali bambini,
Il naufragio è avvenuto dopo una notte di sbarchi, con l'approdo di 256 persone; altri 101 successivamente, in mattinata. All'hotspot, dopo l'ultima ondata, si è arrivati a 760 presenze, ma per cento di loro è stato disposto il trasferimento in traghetto a Porto Empedocle.
Ricostruisce la Guardia costiera: alle prime ore del mattino, è giunta una segnalazione con telefono Gsm da parte di un migrante presente a bordo di un barchino in difficoltà. Sul mezzo, a circa 7 miglia da Lampedusa in zona Sar italiana, è stata segnalata la presenza di circa 60 persone.
Subito prima dell'inizio delle fasi del soccorso, l'unità si è capovolta, verosimilmente a causa dello spostamento improvviso dei migranti, dovuto all'elevato numero di persone a bordo e alle ridotte dimensioni del mezzo, di appena otto metri.
Sul posto sono intervenute due motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa: la CP 309 e la CP 312 con team sanitario del Cisom che ha proceduto a rianimare cinque persone e a stabilizzare una donna in gravidanza.
Sotto il coordinamento della Guardia Costiera di Palermo sono in corso le ricerche di eventuali dispersi con l'impiego di motovedette della Guardia costiera, della Guardia di Finanza e di Frontex. Partecipano alle ricerche un Atr42 della Guardia Costiera decollato dalla base aerea di Catania e un elicottero Frontex.
"Questa ennesima tragedia nel Mediterraneo è straziante, cos'altro deve accadere per far capire all'Italia e all'Europa che così non si può andare avanti", si sfoga con amarezza il sindaco Totò Martello.
"Chiedo un incontro al presidente Draghi - aggiunge - non si può continuare con la logica di una continua emergenza: bisogna affrontare l'intero fenomeno dei flussi migratori con un approccio differente, libero dalle speculazioni della contrapposizione politica e incentrato sulla vera tutela dei diritti umani. E bisogna farlo subito perché mentre la politica continua a discutere - tuona Martello - la gente muore in mare".
Su Twitter la ong tedesca Sea Watch accusa: "Ancora morti che potevano essere evitate a poche miglia dalle coste europee. Mentre le navi che potrebbero salvare vite sono bloccate dal governo, le autorità lasciano annegare uomini donne e bambini. Vittime delle politiche criminali".
"È insopportabile - per il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, eurodeputato e vicepresidente della Commissione Libe - leggere ancora di naufragi. Insopportabile perché sappiamo che queste persone continueranno ad arrivare. L’Europa deve porre rimedio a questa strage annunciata. Insopportabile perché tutto questo avviene a pochi metri dalle spiagge di Lampedusa, stracolme di turisti, nell’indifferenza generale. Serve una missione di ricerca e soccorso nelle acque del Mediterraneo. È immorale restare immobili".