AGI - Condannato a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa per fatti del 2010, ora è diventato "un simbolo del'antimafia". I giudici del Tribunale della Sorveglianza di Milano 'aprono' in modo esplicito alla grazia per Ambrogio Crespi nel provvedimento con cui gli consentono di lasciare il carcere dove stava scontando la pena definitiva in attesa di una decisione della Presidenza della Repubblica sull'istanza di grazia appoggiata da un vasto movimento guidato dai radicali e dall'associazione 'Nessuno tocchi Caino'.
Il suo film anche al Festival di Venezia
Le considerazioni del collegio presieduto da Rosanna Calzolari consegnano la figura di un uomo 'nuovo' rispetto a quello che finì coinvolto in un'inchiesta di 'ndrangheta per avere procurato in ambienti malavitosi i voti necessari all'elezione dell'ex assessore alla Casa lombardo, Domenico Zambetti.
E' anche nelle sue opere artistiche, a cominciare dal documentario 'Spes contra Spem' girato a Opera, presentato al festival di Venezia e diventato un manifesto contro l'ergastolo ostativo, che i magistrati vedono un promotore della legalità.
Valorizzano "l'opera prestata continuativamente con impiego di mezzi, tempo e capacità personali, che appare andare oltre il tornaconto personale, la sfera del privato e acquista una valenza altamente riparativa. Valenza riparativa che appare strettamente connessa proprio ai fatti oggetto della condanna perché l'attività svolta da Crespi è stata orientata - e così è stata percepita - anche e specificamente alla lotta alla mafia".
"L'uomo di ieri e quello di oggi sono diversi"
Difficile "conciliare il condannato per concorso esterno in associazione mafiosa di ieri con l'uomo di oggi, divenuto un simbolo positivo anche della lotta alla mafia". L'"impegno portato avanti con costanza da Crespi, che lo ha portato a essere identificato come un esempio positivo nelle sue opere appare un elemento che può delinearsi come `eccezionale´ nella valutazione del soggetto e delle ripercussioni di una pena detentiva applicata, a distanza di molti anni, per un reato riconducibile alla criminalità mafiosa".
L'esecuzione della pena è stata differita sino a settembre, data in cui potrebbe essere arrivata la decisione sulla grazia, come chiesto dai legali Simona Giannetti, Marcello Elia e Andrea Nicolosi. Crespi ha lasciato il carcere di Opera dove si era costituito l'11 marzo scorso dopo il verdetto della Suprema Corte.