AGI - ‘Camminar per rifugi’, lo storico adagio, è un sentimento sempre più forte di chi la montagna la vive con passione. La natura incontaminata, la maestosità delle montagne, i panorami unici e mozzafiato da cartolina che si scorgono camminando tra i boschi ma ancor di più percorrendo i sentieri in completa assenza di vegetazione, sono un forte richiamo turistico.
Nelle terre più settentrionali di quell’Italia pronta a ripartire tra mascherine e vaccini contro il Covid-19, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Montagna abbinata al wellness, montagna da vivere passo dopo passo, faticando e sudando metro dopo metro, i turisti stanno già animando diverse località turistiche pesantemente colpite dall’annullamento totale della stagione invernale.
Il Catinaccio
Nella giornata che ha dato ufficialmente il là alla stagione estiva, tra solleone e temperature ampiamente superiori ai 20 gradi anche oltre i 2.000 metri, l’AGI ha effettuato un’escursione in una delle zone più frequentate dai turisti-escursionisti, soprattutto italiani, quella del Catinaccio meridionale tra l’Alto Adige e il Trentino. La grandiosità della Roda di Vael, il ‘giardino delle rose’ (il Gartl) nella parte centrale del Catinaccio (Rosengarten in lingua tedesco), montagne che regalano l’emozione del fenomeno dell’enrosadira (montagne e pareti che al tramonto diventano rossastre), oggi sono state vissute da centinaia di escursionisti.
Tanti ‘salve’ e ‘buon giorno’ ma anche ‘gruess Gott’, saluto tipico dell’alpinista austriaco e soprattutto di tanti Laender della Germania, si sono viste frotte di turisti. Nei parcheggi ai piedi dei sentieri le targhe straniere erano quasi esclusivamente quelle tedesche.
Al rifugio Roda di Vael, a oltre 2.200 metri e che s’affaccia sulla Val di Fassa con panorama sulla Marmolada e il Civetta, a pranzo era difficile trovare posto sui tavoli all’esterno del rifugio. Questa sera per il pernotto – circa 55 posti letto disponibili – sono tutti esauriti. La tariffa del posto letto è di 32 euro, la mezza pensione di 58, tariffe che per i soci del Club Alpino Italiano scendono rispettivamente a 16 e 47 euro.
Rifugi vicini al tutto esaurito
Al vicino – 2 ore di cammino – rifugio Fronza alle Coronelle, luogo di arrivo anche della cabinovia, i posti letto erano quasi tutti esauriti. A oltre 2.000 la pandemia di coronavirus sembra molto lontana ma viene ricordata quando si entra nei rifugi – norme sanitarie definite, tra disinfettare le mani, mascherine e distanziamento – oppure si incontrano altri escursionisti che portano la mascherina tra il polso e la zona omerale.
A rompere il silenzio assoluto che regala la montagna è stato il sorvolo dell’elicottero giallo e rosso di Trentino Emergenza che s’addentrava nella Val di Vajolet. Si trattava di un soccorso perché due escursionisti erano scivolati per alcuni metri su una lingua di neve mentre stavano percorrendo l’impegnativo sentiero (I° grado) che dal rifugio Vajolet porta al rifugio Re Alberto ai piedi delle Torri del Vajolet a circa 2.300 metri.
Una donna trentina classe 1965 nel tentativo di soccorrere il compagno di escursione, scivolato per alcuni metri, si è procurata una ferita alla testa. Sono proprio le lingue di neve, decisamente pericolose per i semplici turisti-escursionisti, che non consentono ancora di effettuare le lunghe escursioni. La stagione del ‘camminar per rifugi’ è appena iniziata e terminerà, meteo permettendo, attorno a metà settembre.