AGI - Domenica 20 giugno, dalle 8 alle 21, seggi aperti per le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco per il Campidoglio. Sette i candidati in corsa, il favorito è l'ex ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, deputato Pd, la vera incognita però riguarda l'affluenza. Quasi 200 i gazebo allestiti tra sezioni Pd, circoli e strade, 900 i volontari, possono votare i maggiori di 16 anni.
Ma, in una domenica di caldo estivo, con la nazionale che gioca alle 18, dopo un anno e mezzo di pandemia di Covid, la partecipazione potrebbe risentirne. Nel 2013, alla contesa vinta da Ignazio Marino su David Sassoli e Paolo Gentiloni, votarono in quasi 100mila. Nel 2016, pochi mesi dopo la 'defenestrazione' dell'ex sindaco, andarono in 43mila e prevalse Roberto Giachetti su Roberto Morassut.
Stavolta la speranza in casa Pd è di non scendere sotto i 40mila partecipanti, sulla piattaforma di voto line a cui si accede tramite lo Spid si sarebbero registrate circa 3mila persone. La campagna elettorale non ha riservato grandi spigolosità tra i concorrenti. L'unica cosa che ha fatto discutere è la sede del primo dibattito a 7, all'interno dello Spin Time Lab, edificio occupato che ospita migranti e persone in emergenza abitativa.
Sia i leader del centrodestra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sia i candidati sindaco Carlo Calenda e Virginia Raggi hanno polemizzato parlando di scelta inopportuna che a loro parere strizza l'occhio all'illegalità. La replica di Gualtieri: "Un sindaco serio va dove ci sono i problemi e cerca di risolverli. Girarsi dall'altra parte non serve. A Roma il disagio e la precarietà abitativa riguardano migliaia di persone".
Un tema che ha animato il dibattito tra i candidati è il rapporto con il nuovo M5s guidato dall'ex premier Giuseppe Conte, visto il tentativo di alleanza al livello nazionale. Gualtieri ha ribadito in più occasioni che non intende fare apparentamenti al ballottaggio visto "il fallimento di questa giunta e il valore basso dei risultati che ha raggiunto". Stefano Fassina, deputato di LeU e consigliere di Sinistra per Roma, invita invece ad avere un atteggiamento più dialogante con i 5 stelle in vista del secondo turno.
Su una linea simile Giovanni Caudo, presidente del Municipio III, che parla di "ascoltare le persone di sinistra che voteranno M5s o Calenda e capirne le ragioni". Mentre Imma Battaglia, candidata di Liberare Roma, sottolinea: "La Raggi è una cosa, i 5 Stelle sono un'altra. Dobbiamo valutare alleanze sui valori che abbiamo condiviso nella carta di intenti". Più attento sui temi sociali e alla riduzione delle disuguaglianze amplificate dalla pandemia Paolo Ciani, consigliere regionale di Demos, vicino a Sant'Egidio. In corsa anche Tobia Zevi come indipendente votato ai temi delle fasce più giovani e Cristina Grancio, consigliera ex M5s, per il Psi.