AGI - Un lungo viaggio dall’Italia all’Australia per avvicinare due mondi lontani attraverso l’arte e la cultura. Cambiando ogni volta mestiere: giornalista, sceneggiatore, insegnante, voce radiofonica, regista, scrittore.
Nella vita di Walter Cerquetti, 84 anni, esploratore irrefrenabile e divulgatore a cavallo dei due secoli non sono mancati i colpi di scena, compresa la recente fase di indigenza, un triste epilogo.
Ma l’insperato lieto fine è arrivato ieri sera quando il consiglio dei Ministri gli ha concesso un vitalizio straordinario grazie alla legge Bacchelli che prevede un sussidio a favore di cittadini che abbiano dato prestigio all’Italia.
"La richiesta - racconta Cerquetti all'Agi - è arrivata per via diplomatica: dall’ambasciata dell’Australia in Italia. Sono molto emozionato, sono spiazzato da questa notizia, non me l’aspettavo”, spiega con voce commossa dalla sua casetta in affitto a Montefalco, nel Perugino, nella quale vive da qualche anno.
Mi trovo purtroppo in condizioni economiche instabili – spiega il giornalista di origine romana che ha passato metà della sua vita oltreoceano - prendo una pensione di 651 euro al mese, e solo l’affitto costa 350 euro, senza contare l’acquisto delle medicine. Viaggiando molto e facendo tante esperienze, è stato difficile mettere da parte soldi e non ho accumulato abbastanza contributi per il nostro sistema pensionistico”.
D’altronde la vita di Cerquetti è sempre stata così: un vortice di esperienze e passioni sin dalla giovane età. “La mia carriera prese il via prestissimo – rievoca - a 11 anni inizia a fare radiofonia, con piccole parti nelle sceneggiate. Ho recitato, nel ruolo di bambino, con Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Alberto Sordi: una volta alla settimana mi venivano a prendere a scuola e registravamo le puntate”.
Nato a Roma il 4 aprile 1937, Cerquetti passò parte dell’infanzia in Umbria con la famiglia a causa della guerra, prima di tornare nella Capitale per studiare al liceo classico e laurearsi successivamente in giurisprudenza. Tra le prime passioni l’hockey su prato, con cui raggiunge anche la Nazionale. Dopo un breve parentesi da avvocato la curiosità lo spinge verso nuove direzioni: inizia la carriera giornalistica con la rivista cattolica ‘Città Nuova’ e allo stesso tempo si dedica all’attività teatrale.
“Studiai all'accademia d'arte drammatica ‘Silvio D'Amico’ – racconta – il mio maestro fu Orazio Costa e poi mi trasferii a Firenze, la mia seconda patria, dove mi sono formato a livello artistico. Ma la svolta della mia vita è arrivata dopo uno spettacolo a Taormina, quando un funzionario dell’ambasciata australiana in vacanza mi chiese 'perché non porti la tua arte da noi?'”.
È il 1977 e Cerquetti non ci pensa due volte: prepara la valigia e si trasferisce a Perth dove si consacra a livello internazionale, portando la cultura nazionale oltreoceano e, allo stesso tempo, raccontando agli italiani un continente fino a quel momento sconosciuto. Rimarrà in Australia fino al 1990, alternando divulgazione artistica e giornalistica, insegnamento e promozione culturale.
“Lanciai il programma radiofonico su SBS ‘Pronto Italia, qui Australia’ – rievoca Cerquetti – e iniziai a diffondere la cultura italiana in Australia. Nel mezzo feci spettacoli teatrali, insegnai all’università, feci il corrispondente per Olimpiadi e America’s Cup, esplorai il continente e scrissi libri sugli aborigeni”. Rientrato in Italia Cerquetti fece lo stesso programma, ma all’inverso, con la RAI fino agli anni duemila.
L’ultimo appuntamento che seguì furono le Olimpiadi di Londra del 2012 prima di diminuire gradualmente le sue attività. “Amo l’arte in tutte le sue forme, mi è sempre piaciuto sperimentare e portare cose dove non c’erano – confessa - non sono mai stato capace di stare fermo”. E dopo una parentesi di vita nella comunità cattolica dei focolari a Loppiano, in provincia di Firenze, il ritorno in Umbria. Con l’ultimo colpo di scena del vitalizio, benzina per nuovi progetti nonostante l’età.
“Con i soldi mi piacerebbe aiutare i bambini in Africa – anticipa Cerquetti - e poi coltivare chiaramente i miei percorsi artistici. Un giorno vorrei fare uno spettacolo sull’Africa e fare la stessa cosa dell’Australia. Avvicinare continenti, promuovere e unire dei popoli attraverso la cultura che è la chiave”.