AGI - “Ma quale disallineati! Innanzitutto la questione non è tanto chiara”. È risoluto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, a proposito delle decisioni assunte dal ministero della Salute sulla vaccinazione eterologa, e in un’intervista al Corriere della Sera precisa: “Il Lazio non vuole imboccare una strada alternativa. Anche perché “siamo stati i primi a rispondere ai piani vaccinali. Ogni giorno immunizziamo circa 64 mila cittadini”.
Quindi dice D’Amato, “non solo siamo stati coerenti con le strategie nazionali, ma il ritmo delle somministrazioni non è rallentato neppure quando altrove gli appuntamenti saltavano per il diffondersi della paura sugli episodi di trombosi”. Il punto, semmai, è che “vogliamo siano dissipati tutti i dubbi”, ad esempio sul fatto che “la circolare del ministero e la determina di Aifa sono discordanti”.
Secondo l’assessore “la prima è perentoria, la seconda è possibilista, basta leggere bene l’articolo 2: non esclude che il medico possa decidere in scienza e coscienza quale tipo di vaccino somministrare avvalendosi del meccanismo dell’off label”, prescrizione per altro non contenuta nel bugiardino.
Conclude D’Alessio: “L’obbligo è un errore. La via più efficace è quella della persuasione. Non siamo nell’esercito dove bisogna rispettare gli ordini” e “al primo posto va messo il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti, immunizzare la popolazione nel più breve tempo possibile”.
“La vaccinazione eterologa è la protezione migliore”
Lo assicura Guido Forni, accademico dei Lincei, immunologo dell'Università di Torino, tra i maggiori esperti italiani di vaccini. E il motivo è che “si usa da sempre negli esperimenti sugli animali e garantisce ottime risposte immunitarie”, tant’è che rispetto agli uomini “i sistemi immunitari non sono così distanti, comunque i vaccini antinfluenzali funzionano con dosi diverse”, sostiene Forni.
E all’obiezione che manchi uno studio ampio in materia, Forni ribatte: “Ma ce ne sono alcuni con centinaia di casi molto positivi. Poi c'è un equivoco: si pensa che i vaccini siano farmaci, per cui averne un secondo analogo non sia valido, ma si tratta di esercizi per il sistema immunitario, per cui è meglio che avvengano con tecnologie diverse”.
“Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quel che lascia, ma non sa quel che trova”
È questa la posizione ufficiale di Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe di Bologna, rispetto al tema che riguarda il mix o cocktail di vaccini anti-Covid. Che sulla vaccinazione eterologa aggiunge: “Non fare più AstraZeneca sotto i 60 anni è condivisibile, ma ci sono alcuni problemi"
"La circolare del ministero impone un vaccino a mRna come seconda dose, però la determina Aifa in Gazzetta Ufficiale parla di possibilità. Occorre una nota congiunta di ministero e Aifa per chiarire” mentre “la legge 648 prevede il consenso informato, che lascia la libertà di decisione al paziente. Non può essere il medico a rimanere col cerino in mano”, conclude il presidente Gimbe.
“Il vaccino è un farmaco e la vaccinazione un atto medico, impone un’anamnesi”
È il pensiero di Guido Rasi, ex presidente dell’Ema, secondo cui ne deriva che “l’Open Day deve svolgersi secondo questo assunto”. Perciò “chi lo ha fatto con la prenotazione, l’anamnesi e utilizzando le raccomandazione dell’Aifa, ha fatto una cosa ottima."
"Chi l’ha trasformato in un happening con assembramento, senza anamnesi, dando un vaccino che Aifa non aveva raccomandato, ha sbagliato”. E conclude: “Le autorità italiane possono aver difettato nella comunicazione, ma stanno seguendo ciò che Ema ha indicato. Un rischio infinitesimale va corso quando è logico e lo era fino a 20 giorni fa. Ora non lo è più. La questione è tutta qui”.