AGI - Il ministero della Giustizia ha avviato un’inchiesta amministrativa sulla vicenda del processo Eni-Nigeria. Dopo la diffusione di notizie in merito all’iscrizione nel registro degli indagati di due pm della procura di Milano e alla luce del deposito delle motivazioni della sentenza del tribunale milanese, il ministero ha chiesto all’Ispettorato di svolgere accertamenti preliminari, al fine di una corretta ricostruzione dei fatti attraverso l’acquisizione degli atti necessari.
Il caso
Il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro sono indagati dalla Procura di Brescia con l’ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio in relazione al processo Eni-Shell Nigeria. Secondo le accuse, pur avendo la consapevolezza della falsità delle prove portate dall’ex manager di Eni Vincenzo Armanna, i pm avrebbero omesso di mettere a disposizione delle difese e del Tribunale gli atti in proposito, nel corso del dibattimento sul blocco petrolifero Opl245. L’inchiesta bresciana riguarda un video tra Armanna e l’avvocato Piero Amara e i documenti, a loro trasmessi dal pm Paolo Storari, relativi a un un versamento di 50 mila dollari da un conto dello stesso Armanna a un teste, Isaak Eke.