AGI - Il presidente del tribunale di Verbania Luigi Montefusco ha riassegnato il caso della funivia del Mottarone al Gip Titolare Elena Ceriotti, estromettendo dal procedimento la Gip supplente Donatella Banci Buonamici .
Il provvedimento del presidente del Tribunale è stato emesso questa mattina. Il documento rileva che “il 3 giugno 2021 è stata depositata da un indagato richiesta di incidente probatorio nell’ambito del procedimento relativo al disastro della funivia del Mottarone”.
“Avendo la dottoressa Donatella Banci Buonamici, presidente di sezione coordinatrice dell’area penale, esercitato la funzione di Gip supplente per la convalida del fermo di 3 indagati, il procedimento relativo alla predetta richiesta - si dice - è stato dalla cancelleria assegnato al medesimo giudice; ritenuto che tale Assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei giudici impediti disposti nelle tabelle di organizzazione dell’Ufficio Gip/Gup".
Il provvedimento del presidente del tribunale prosegue: “In base alle tabelle il giudice assegnatario del procedimento si sarebbe dovuto individuare in caso di assenza o impedimento del Gip titolare , in via gradata tra i giudici Alesci, Palomba, Sacco e Michelucci, e non nella dott.ssa Banci Buonamici; nemmeo potrebbe applicarsi la disposizione (…) di cosiddetta prorogatio della competenza del primo Gip che ha adottato un atto del procedimento anche per tutti gli atti successivi, essendo questa dettata ovviamente, per disciplinare la distribuzione degli affari ed evitare incompatibilità tra i Gip titolari del ruolo, e no quando il singolo atto venga adottato da un Gip supplente, che non deve per un’equa e coerente distribuzione del lavoro, accollarsi sino alla definizione del procedimento, affari per tabella non spettantigli, fatti salvi giustificati motivi”.
Il presidente Montefusco ricorda poi che il 31 maggio “è cessato l’esonero dalle funzioni di Gip della dottoressa Elena Ceriotti, titolare per tabella del ruolo” e che pertanto “essendo rientrato in servizio il Gip titolare, il procedimento dev’essere alla stessa assegnato”. Il presidente dispone poi che il provvedimento sia trasmesso, insieme a tutta la documentazione relativa, oltre che ai diretti interessati, “al consiglio giudiziario presso la corte d’appello di Torino, al presidente della Corte d’appello di Torino, al signor Procuratore generale presso la medesima corte, al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Verbania, al signor Procuratore della Repubblica ed ai magistrati interessati”.
La cabina del Mottarone sarà spostata con un elicottero
La cabina numero tre della funivia del Mottarone, precipitata lo scorso 23 maggio causando la morte di 14 persone, sarà rimossa con un elicottero. Lo ha confermato il capitano del carabinieri di Verbania Luca Geminale al termine di un sopralluogo effettuato questa mattina con un folto gruppo di tecnici del vigili del fuoco. Un sopralluogo, come ha spiegato il capitano Geminale, con il quale “si sta programmando il calendario di fasi sia prodromiche che effettive della rimozione della cabina”.
“La rimozione con l’elicottero – ha aggiunto – sarà l’ultima fase; prima sarà necessario verificare bene la situazione a terra”. Secondo quanto è stato spiegato, per sollevare la cabina saranno utilizzati cavi “che hanno una lunghezza idonea per agganciare e sollevare la cabina in condizioni di sicurezza e senza danneggiarla” .
Intanto il Mottarone cerca faticosamente di ripartire: ieri si sono rivisti un po' di.turisti in vetta. La sfida, come ripete il sindaco di Stresa Marcella Severino é rilanciare un luogo che vive di turismo senza dimenticare i morti. E nel segno del ricordo di chi ha perso la vita in questa tragedia, mercoledì in cima al Mottarone salirà il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, che alle 11 celebrerà la messa.
Vanno avanti le indagini "senza sosta" (come è stato ricordato dai Carabinieri anche sabato in occasione delle celebrazioni per i 207 anni dell'Arma) e gli aspetti tecnici in questa fase diventano sempre più preponderanti. Potrebbe essere presentato il ricorso del pm Olimpia Bossi al Tribunale del Riesame contro la mancata convalida del fermo di Luigi Nerini e Enrico Perocchio, il gestore e il direttore tecnico dell'impianto, tornati liberi per decisione del gip. Secondo quanto si è appreso la Procura avrebbe raccolto, con l’approfondimento delle indagini, elementi utili a circostanziare maggiormente la richiesta di custodia cautelare.
Intanto, a sua volta il gip dovrebbe decidere sulla istanza di incidente probatorio presentata dall'avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, caposervizio della funivia del Mottarone, l'unico per il quale è tuttora vigente una misura di custodia cautelare, quella degli arresti domiciliari.
La richiesta riguarda le modalità attraverso cui procedere alle verifiche e alle perizie tecniche sul relitto della cabina e sul cavo spezzato. La Procura ha già da giorni ipotizzato di disporre un “accertamento tecnico non ripetibile”, mentre il legale di Tadini chiede, appunto, l’incidente probatorio.
Le differenze tra le due modalità sono sottili. Quasi impercettibili. L'accertamento tecnico non ripetibile è disposto in via esclusiva dal pubblico ministero invece l'incidente probatorio può essere richiesto sia dal p.m. che dall'indagato oltre che dalla parti lese ed è disposto dal gip. In realtà nonostante il contraddittorio nell'incidente probatorio si svolga esplicitamente in una specifica udienza, anche nell'accertamento irripetibile sono assicurate le garanzie in quanto l'indagato può nominare un perito di fiducia per il confronto. Inoltre sia il verbale dell'incidente sia il verbale che contiene gli accertamenti tecnici vengono assorbiti nel fascicolo del dibattimento per cui il contraddittorio è a tutti gli effetti garantito.
La richiesta di incidente probatorio presentata dall'avvocato Marcello Perillo, legale di Gabriele Tadini, unico tra gli indagati sulla tragedia della funivia del Mottarone agli arresti domiciliari è da respingere perché "pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine". Lo scrivono il procuratore capo di Verbania Olimpia Bossi e il sostituto Laura Carrera nella memoria presentata al gip, a cui spetta di decidere sulla richiesta. La procura chiede di respingere la richiesta perché "infondata"; in subordine ne chiedono il "differimento nella misura di almeno mesi due".