AGI - Era stato adottato da una coppia di Nocera Inferiore e aveva debuttato nelle giovanili del Milan, poi era tornato a casa a studiare e prendersi il diploma di liceo scientifico. Giocava ancora a calcio, ma nella squadra di calcio a 5 dell' Atletico vitalica. Seid Visin, arrivato dall'Etiopia in Italia, è morto giovedì scorso, prima di compiere 21 anni, impiccandosi a casa.
Sabato l'estremo saluto, nella chiesa di San Giovanni Battista della cittadina salernitana, accompagnato dalla famiglia e dagli amici che indossavano una maglietta che recava la scritta "Arrivederci fratello. Ciao talento".
La giovane ex promessa del calcio, che aveva militato anche nel Benevento, tre anni fa aveva denunciato in un post su Facebook letto oggi in chiesa atteggiamenti razzisti, anche se i genitori del giovane hanno specificato che non vi è alcun legame tra i fatti raccontati in quello sfogo e il gesto estremo e hanno stigmatizzato il tentativo di strumentalizzazione delle parole del figlio.
“Sono stato adottato da piccolo. Ricordo che tutti mi amavano. Ovunque fossi, ovunque andassi, tutti si rivolgevano a me con gioia, rispetto e curiosità. Adesso sento che si è capovolto tutto - i passaggi salienti - ovunque io vada, comunque sia, sento sulle mie spalle come un macigno, il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati e impauriti delle persone. Ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perché troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me. E, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perché molti giovani italiani non trovavano lavoro”.
Tra la gente, anche i i suoi compagni dell'Atletico, che lo avevano salutato via social ricordandone il sorriso, “l'indiscusso talento, la naturale straordinaria predisposizione a dare del tu alla palla, che restano impressi nella nostra mente” e “la refrattarietà a vedere il calcio come fonte di di guadagno. Vai via come sei arrivato, lasciandoci attoniti senza parole. A-Dios talento enorme dal cuore fragile”.
"La città è affranta per la scomparsa di Seid, per la sua giovanissima età, per la sua storia, per come se ne è andato, per il suo talento e la sua eleganza", dice all'AGI il sindaco di Nocera Inferiore (Salerno), Manlio Torquato. "Non sappiamo cosa dire per una tragedia simile - aggiunge il primo cittadino - forse non è il momento di farsi domande, ora. Ci sarà il tempo, ammesso che ci sappiamo dare risposte".
"Il cuore dell'uomo è il mistero più grande. Ci sono cuori fragili che implodono - dice don Andrea Annunziata nel saluto al ragazzo - quello di Seidi è uno di quelli. Non deve più accadere. La lezione che siamo chiamati a imparare è quella che ci vede impegnati a uscire dalle solitudini".