AGI - Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza cento giovani delle imprese e cooperative del Progetto Policoro della Cei - accompagnati dal presidente il cardinale Gualtiero Bassetti e dal segretario generale monsignor Stefano Russo -, che festeggia 25 anni di vita.
Il Pontefice li ha esortati a "lavorare per un modello di economia alternativo a quello consumistico, che produce scarti", a essere sempre “segno di speranza”, "soprattutto per tanti territori del Sud d’Italia carenti di lavoro o che sfruttano i lavoratori", a essere "tessitori di un'umanità solidale". Segno di speranza contro la disoccupazione delle nuove generazioni in Italia, Paese sempre più “vecchio” con la sua media di 47 anni di età.
"E' un problema di dignità - ha detto Bergoglio riferendosi alla mancanza di lavoro -. La dignità della persona non viene dai soldi, non viene dalle cose che si sanno, viene dal lavoro. Il lavoro è un'unzione di dignità. Chi non lavora non è degno. Così, semplice".
Il Pontefice ha lanciato così l'allarme per quello che molti giovani oggi devono affrontare e ha toccato ancora una volta il tema dell'"inverno demografico". "Voglio fermarmi su una cosa grave - ha detto a braccio -: la disoccupazione che fa sì che tanti giovani cerchino un’alienazione. Voi sapete tante cose... Un numero consistente cerca il suicidio. Poi, alienarsi, andare fuori della vita, in un momento nel quale non siamo nell’estate della vita demografica italiana; siamo nell’inverno! Ci mancano i giovani e per questo i giovani non possono darsi il lusso di non entrare in questo lavoro".
"La media dell’età in Italia è 47 anni! Beh, siete vecchi. Non ha futuro. 'Ma, come posso fare figli se non ho il lavoro?', 'Io, donna, come posso fare i figli, che appena il capo dell’ufficio vede la pancia mi caccia via, a tal punto che la pancia è diventata una vergogna?'. È tutto in un altro modo! Dovete reagire contro questo. Che i giovani incomincino a sognare, a fare i genitori, a fare figli. E per questo, che abbiano dei lavori. Il lavoro è un pò una garanzia di questo futuro", sono state le parole del Pontefice.
Quattro i verbi che il Papa suggerisce ai presenti, che possano servire per il Progetto Policoro e perché sia concreto: animare, abitare, appassionarsi, accompagnare. "E' il momento di abitare il sociale, il lavoro e la politica senza paura di sporcarsi le mani", ha rimarcato. "Voi potete dare una mano ad aprire le porte e le finestre delle parrocchie, affinché i problemi della gente entrino sempre più nel cuore delle comunità. E non abbiate paura di abitare anche i conflitti", ha continuato.
"A voi giovani non manca la creatività - non abbiate paura, non abbiate paura -: vi incoraggio - ha proseguito - a lavorare per un modello di economia alternativo a quello consumistico, che produce scarti. La condivisione, la fraternità, la gratuità e la sostenibilità sono i pilastri su cui fondare un'economia diversa. E' un sogno che richiede audacia, infatti sono gli audaci a cambiare il mondo e a renderlo migliore".
E "laboratori di fraternità" possono diventare le periferie, ha rimarcato Bergoglio che ha incoraggiato ad "amare i territori in cui Dio vi ha posti, evitando la tentazione di fuggire altrove" e a chinarsi "sulle povertà del nostro tempo: sui giovani che non trovano lavoro, i cosiddetti Neet, su quelli che soffrono la depressione, su quelli demotivati, su quelli stanchi nella vita, su quelli che hanno smesso di sognare un mondo nuovo. E ci sono giovani che hanno smesso di sognare. È triste, perché la vocazione di un giovane è sognare".
"Cari giovani, alla scuola del magistero sociale della Chiesa, voi siete già segni di speranza", ha concluso. "La vostra presenza nelle diocesi possa aiutare tutti a comprendere che l’evangelizzazione passa anche attraverso la cura del lavoro. I 25 anni del Progetto Policoro siano una ripartenza. Vi incoraggio a 'sognare insieme' per il bene della Chiesa che è in Italia. E vi incoraggio a fare chiasso. I giovani devono fare chiasso".