AGI - Assoluzione perché il fatto non sussiste: 7 anni dopo l'operazione, con sette misure cautelari eseguite dai carabinieri, i giudici della Corte di appello di Palermo ribaltano il verdetto di primo grado e cancellano le ultime accuse rimaste in piedi. Si è concluso così, con il proscioglimento completo di tutti gli imputati, il processo sulla presunta truffa nella vendita dei farmaci in Sicilia.
In primo grado, il 31 ottobre del 2018, il collegio di giudici del tribunale di Agrigento, presieduto da Antonio Genna, aveva inflitto 2 anni di reclusione al farmacista Mario Terrana, 67 anni, che - secondo l'ipotesi iniziale che non ha retto al vaglio del processo - si sarebbe avvalso della collaborazione di medici compiacenti che gli fornivano le ricette all’insaputa dei loro assistiti per poterle poi vendere sottobanco dopo avere rimosso le fustelle, ovvero le targhette identificatrici.
Terrana è titolare di una farmacia a Porto Empedocle e di due parafarmacie, dove per legge si possono vendere solo medicinali da banco: secondo quanto veniva ipotizzato, le aveva utilizzate per vendere abusivamente farmaci privi delle fustelle.
Un anno e 6 mesi di reclusione, in primo grado, erano stati inflitti al medico Gino Montante, 71 anni di Agrigento; un anno e due mesi di reclusione ad altri due medici: Andrea Savatteri, 70 anni di Porto Empedocle e Carmelo Amato, 69 anni, di Agrigento. Montante è deceduto dopo la sentenza di primo grado.
I difensori degli altri tre imputati (gli avvocati Silvio Miceli, Giuseppe Scozzari, Vincenzo Caponnetto, Antonino Reina e Angelo Mangione) hanno impugnato la sentenza di primo grado sottolineando, fra le altre cose, che le intercettazioni attivate in seguito alla relazione dell'investigatore privato non fossero utilizzabili e che, in ogni caso, non vi fosse alcuna prova della vendita sottobanco e della compiacenza dei medici.
Per altri sei imputati, anche loro medici e farmacisti, era stata già decisa l'assoluzione in primo grado. Per tutti era stata esclusa l'associazione a delinquere. Le condanne, adesso cancellate, erano state decise per i reati di truffa, falso e "distribuzione non autorizzata di medicinali". Assoluzioni per altri reati, fra cui la ricettazione, l'esercizio abusivo della professione e la violazione del testo unico sugli stupefacenti che si riferiva alla vendita non autorizzata di psicofarmaci.